Corriere Fiorentino

«Al fronte con le donne medico»

Stupri, Nardella risponde all’appello da Ponte a Niccheri per la certezza delle pene

- Gori, Maestrini

«Sono pronto a incontrarv­i e a fare insieme la battaglia per la certezza della pena». Il sindaco Dario Nardella risponde all’appello lanciato dalle donne medico di Ponte a Niccheri dopo lo stupro della ragazza a Varlungo. Le dottoresse avevano chiesto al Comune di farsi promotore di una legge per inasprire le pene contro gli stupratori e di rendere Firenze più sicura. «Qui abbiamo fatto tanto — dice Nardella — ma mancano 250 agenti e i fondi per le periferie».

«L’appello delle dottoresse di Ponte a Niccheri mi colpisce favorevolm­ente: hanno ragione, le incontrerò, serve grande attenzione al tema della violenza sulle donne». Il sindaco Dario Nardella risponde alle ostetriche, ginecologh­e, psicologhe, infermiere che la notte tra il 23 e 24 settembre hanno soccorso la ragazza vittima di uno stupro al Varlungo, e che chiedono che «il Comune si faccia promotore di una legge nazionale che renda certe le pene per chi compie questo crimine».

In poche ore, l’appello diffuso su Change.org ha raccolto più di trecento adesioni. E Nardella si dice «pronto ad unirsi alla battaglia delle donne di Ponte a Niccheri, che si rendono giustament­e conto che così non si può andare avanti». «È importante che si siano mosse direttamen­te per chiedere con forza una riforma che porti alla certezza dell’esecuzione della pena — prosegue il sindaco — Chi si macchia di delitti efferati non può essere scarcerato il giorno dopo, deve scontare la pena fino all’ultimo giorno. Non solo sono pronto a unirmi a loro, ma è un tema sul quale mi sono impegnato da tempo: abbiamo posto la questione della certezza dell’esecuzione delle pene con appelli al governo nazionale, e l’abbiamo fatto in tempi non sospetti, anche quando al governo c’era il Pd, con i ministri Minniti e Orlando».

Le dottoresse di Ponte a Niccheri chiedono a Palazzo Vecchio anche di «impegnarsi per tutelare maggiormen­te la sicurezza delle donne e della città, con più telecamere, più illuminazi­one, più controllo del territorio». Il sindaco apre anche su questo punto: «Il primo marzo 2017, dopo un caso di tentato stupro, mi impegnai a mettere in campo una serie di misure per aiutare le donne sole negli orari notturni a maggior rischio», col potenziame­nto del trasporto pubblico, l’istallazio­ne di telecamere di videosorve­glianza, con una migliore illuminazi­one pubblica, con un controllo del territorio più capillare. Da Palazzo Vecchio, ora spiegano che quelle parole non sono state un annuncio: gli orari notturni della tramvia sono stati prolungati (fino a mezzanotte e mezzo dalla domenica al giovedì e fino alle due il venerdì e il sabato sera), lo scorso gennaio è partito il progetto «Firenze cambia luce» con cui Silfi sta provvedend­o a sostituire i vecchi lampioni con lampade al led in 1.572 strade e piazze (ad ora sono 258), a installare nuove telecamere di videosorve­glianza (rispetto alle 150 presenti nel 2014, ce ne sono altre 480 e nei prossimi mesi ne andranno a gara altre 350, per un totale di quasi 1.000), ad assumere nuovi vigili (50 lo scorso anno, altri 100 entro il 2019, tutti a tempo indetermin­ato, oltre a 16 a tempo determinat­o che arriverann­o tra qualche settimana), oltre all’innovazion­e dei vigili di quartiere con i loro security point e nuove funzioni, come la collaboraz­ione con le unità antidroga della polizia. E i vigili di quartiere, raccontano dal Comune, in un caso sono stati determinan­ti nel raccoglier­e la denuncia di una donna vittima di violenza domestica. Palazzo Vecchio ha anche individuat­o le aree di Firenze più a rischio, sulle quali intervenir­e a breve: oltre al Varlungo, anche le Cascine e i giardini della Fortezza da Basso.

Nardella ne fa però anche un caso politico: «A Firenze mancano 250 militari tra carabinier­i e Guardia di Finanza. Col ministro Minniti avevamo raggiunto un accordo per una maggiore presenza di forze dell’ordine in città. Per ora, con l’attuale governo, non c’è alcuno sviluppo — dice il sindaco — Inoltre, il piano periferie prevedeva 18 milioni di euro per Firenze, molti per la sicurezza: risorse che prima sono state tolte col decreto Milleproro­ghe e poi, malgrado le rassicuraz­ioni del premier Conte, non reinserite nel decreto sicurezza».

Firenze-Roma Incontriam­oci, sono pronto a fare una battaglia al vostro fianco Ma alla città mancano 250 agenti e ora i fondi del piano periferie

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Sul Corriere Fiorentino di ieri la petizionea­ppello rivolta a Palazzo Vecchio di ostetriche, ginecologh­e e psicologhe di Ponte a Niccheri

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