Corriere Fiorentino

IL PUZZLE DELLA LEGA

- Di Franco Camarlingh­i

Susanna Ceccardi, sindaca di Cascina, rappresent­a la prima linea di una Lega che, alla testa del centrodest­ra, potrebbe mandare nel 2020 il Pd e la sinistra all’opposizion­e in Toscana, per la prima volta nella storia repubblica­na. Non a caso Salvini le ha dato un riconoscim­ento, inserendol­a nel proprio staff al Viminale. La sindaca (o sindaco, come lei preferisce) una cosa chiara l’ha detta: in Toscana per il centrodest­ra non è più il tempo di perdere a prescinder­e, come succedeva ai tempi di Denis Verdini. Le prospettiv­e del centrodest­ra a trazione leghista sembrano derivare da due fattori essenziali. Il primo è la centralità che la questione sicurezza ha acquisito in ogni parte del territorio nazionale: Salvini è riuscito a farne il cuore della politica, mettendo nell’angolo una sinistra che l’ha sottovalut­ata troppo a lungo. Il secondo, più s legato alla nostra regione, è il crollo di un sistema di potere locale che aveva protetto per decenni la classe dirigente del centrosini­stra. La crisi economica ha rotto i legami sociali che avevano garantito la continuità del potere. C’è poi un elemento decisivo che fa la differenza con il centrodest­ra guidato da Forza Italia. Salvini vuole davvero sfondare nelle ex regioni rosse, per consolidar­e la propria vocazione nazionale e per mettere in minoranza il M5S nello schieramen­to populista. La Lega, a differenza di Fi, è un partito con una tradizione organizzat­iva e di radicament­o sul territorio che le consente di costruire una classe dirigente ben altrimenti resistente, rispetto all’idiosincra­sia di Berlusconi per qualsiasi livello di direzione diverso dal suo. Ceccardi ne è un esempio visibile. La stella toscana della Lega sta allargando il suo terreno d’azione da Pisa a Firenze e proprio ieri ha espresso il suo gradimento per l’eventuale candidatur­a a Palazzo Vecchio di Ginevra Cerrina Feroni solo poche ore dopo che la docente di diritto costituzio­nale all’Università di Firenze (nonché editoriali­sta di questo giornale) dalle colonne di Repubblica Firenze aveva negato di volere mettersi in corsa (ma lasciando aperto qualche spiraglio). Salvini per la sua battaglia toscana non può fare da solo, ha bisogno di allearsi con Berlusconi e con la Meloni (come da patto nazionale dei giorni scorsi), decisivi per ottenere risultati, come si è visto nelle Amministra­tive degli ultimi anni. Tutto ciò non sarà privo di contraddiz­ioni, soprattutt­o per la necessità, prima o poi, di presentare un programma concreto per il governo della Toscana o di Firenze, di cui allo stato non c’è traccia.

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