«Ha respinto un cliente perché marocchino» Bufera sulla cassiera Coop
Sesto, la denuncia di una ragazza sul web. Falchi: bella reazione al razzismo
La denuncia sul web di un presunto caso di razzismo in una Coop di Sesto diventa un caso. «Un signore di origine marocchina si era dimenticato la tessera Coop a casa — racconta Emily su Facebook — e ha chiesto informazioni su come potesse comprare prodotti riservati ai soci. La cassiera ha sbottato: “Non hai mica intenzione di mangiare le pizze dei nostri soci?”». Il post è stato rilanciato anche dal sindaco Lorenzo Falchi. La cooperativa: se è vero saremo inflessibili con la cassiera.
Un post pubblicato su Facebook, e rilanciato ieri dal sindaco Lorenzo Falchi, ha provocato un vero e proprio terremoto nella rossa Sesto. Nel testo, a cui quasi 800 persone hanno messo il «like», Emily racconta di esser stata testimone, insieme alla sua famiglia, di un presunto caso di razzismo che sarebbe avvenuto giovedì pomeriggio alla Coop del Neto. «Arrivati alle casse — scrive la ragazza sul profilo Abitanti Sesto Fiorentino — un signore marocchino si è reso conto di aver dimenticato la carta del supermercato e che quindi non avrebbe potuto acquistare delle pizze surgelate riservate ai soci Coop. Abbiamo sentito che l’uomo chiedeva informazioni su come potesse fare per comperare quei prodotti in altro modo. Ma dopo qualche istante di conversazione, la cassiera ha sbottato: “Non hai mica intenzione di mangiare le pizze dei NOSTRI soci? Qua in Italia non potete fare quello che vi pare”».
La scena, secondo Emily, sarebbe andata avanti per qualche minuto e alla cassiera, a un certo punto, si sarebbe aggiunto «un tizio in fila che ha continuato a ripetere frasi come “Brava signora! Brava! Ha fatto bene! Gli italiani sono stanchi! Ora basta!”». Secondo Emily la dipendente della Coop del Neto «si è sentita legittimata ad alzare la voce contro quel signore che, non essendo italiano, faceva fatica a capire. Penso però che abbia intuito di non essere particolarmente benvoluto, perché ha lasciato lì i prodotti e se n’è andato. Il commento della cassiera è stato: “Tanto è inutile, sono tutti così. Sono marocchini”. E l’altro dietro: “Sì, ne abbiamo le palle piene! Non mi faccia dire nulla, guardi. Sono arroganti e ignoranti”». Prima i genitori di Emily, e poi tutti gli altri clienti in coda, sentendo queste frasi, si sarebbero scagliati contro la cassiera accusandola di essere poco professionale.
«Usciti indignati dal supermercato — racconta la ragazza — siamo stati fermati da un signore albanese che ci ha ringraziati per aver avuto il coraggio di parlare, di prendere posizione, di aver contribuito a fargli recuperare fiducia. Pochi metri più avanti anche un’anziana coppia di coniugi ci ha fermati per commentare con rabbia quel che era accaduto».
Il sindaco Falchi, che spiega di aver condiviso il post per la reazione positiva della ragazza e delle altre persone presenti alla Coop, precisa però che «non contano il luogo o il contesto in cui è avvenuto. Mi interessava sottolineare come esista una maggioranza che non si sente, non urla, ma che vive e vuole vivere in un mondo e in una quotidianità ben diversi da quelli delle urla dei razzisti e degli intolleranti». Dalla Coop, invece, fanno sapere che «stiamo facendo tutte le opportune verifiche prima di prendere una provvedimento disciplinare a carico della cassiera. Abbiamo un codice etico sul rapporto dipendenti-clienti che va rispettato. Se le nostre indagini interne dovessero dimostrare la veridicità della storia saremo inflessibili. Ma prima di tutto ci preme scusarci con il cliente che non meritava questo trattamento».
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L’azienda Stiamo facendo tutte le verifiche del caso Se risulterà vero, saremo inflessibili