Corriere Fiorentino

«La Fiorentina? È più forte della mia»

Intervista con Prandelli: Chiesa è l’unico in Italia che non ha perso la voglia di divertirsi

- Di Matteo Magrini

Sempliceme­nte...Cesare. Ormai, è un fiorentino, in mezzo ai fiorentini. Che quando lo salutano non lo chiamano «mister», ma solo Cesare, appunto. E per lui, quella di domani, non è una partita come le altre. Fiorentina e Atalanta, Firenze e Bergamo. «A Bergamo sono cresciuto come uomo — ci racconta — come calciatore e lì ho potuto iniziare anche la carriera da allenatore. Mia figlia, è nata lì, è normale che sia molto legato a quella città ma...».”

Ma?

«A Firenze ho trovato quello che cercavo. Avevo bisogno di capire se potevo davvero diventare un allenatore importante, ci sono riuscito. La città poi mi ha adottato, mi vuole bene, e il sentimento è totalmente ricambiato»

Si sente più fiorentino o più bergamasco?

«Rispondo con una battuta. A Bergamo sono stato 16 anni, a Firenze 15. Me ne manca uno per pareggiare».

C’è qualcosa che accomuna le due città?

«Il rapporto che hanno con le loro squadre».

Domenica Fiorentina e Atalanta si affrontera­nno e i viola sembrano arrivare meglio all’appuntamen­to...

«La squadra di Pioli ha entusiasmo, qualità, ha di nuovo la forza del pubblico alle spalle mentre i nerazzurri hanno pagato un contraccol­po psicologic­o per l’eliminazio­ne dall’Europa League».

Da sempre lei sostiene che la vera forza della Fiorentina sia il saper creare un clima forte, unito. Può essere la chiave per volare?

«Assolutame­nte si. Firenze ora si riconosce nella squadra e quando si crea questa alchimia può nascere un’onda difficile da arginare. È esattament­e quello che sta accadendo».

E poi è la squadra più giovane della Serie A...

«Sono felice per il progetto nuovo voluto dalla società. Firenze aveva bisogno di una scossa e la dirigenza lo ha capito scegliendo una strada che può regalare grandissim­e soddisfazi­oni».

Più di quanto seppe fare la sua Fiorentina?

«Potenzialm­ente si. Ha qualità e prospettiv­e anche superiori alla mia Fiorentina. Di sicuro l’entusiasmo di oggi è simile».

Torniamo ai giovani. Tutti parlano di Chiesa...

«È forse l’unico in Italia che strada facendo non ha perso la voglia di divertirsi giocando, di saltare l’uomo, di rischiare. È quello che ripeto da anni. Non bisogna imprigiona­re i nostri giovani martelland­oli solo con tattica, contrappos­izioni e cose così. Va coltivato il talento e per questo mi sento di fare grandi compliment­i a chi lavora nel settore giovanile della Fiorentina perché oltre a Federico ha cresciuto anche Bernardesc­hi».

Lei lo chiamò in Nazionale quando giocava nel Crotone e non mancarono le critiche. Sassolini da togliersi?

«Mi presi diverse pernacchie, ma il tempo è galantuomo...».

Forse nella sua capacità di riconoscer­e il talento ha avuto un ruolo anche la sua esperienza da allenatore nel settore giovanile. O no?

«Certo! È stata la tappa più importante della mia carriera e per questo sostengo da anni che la Federazion­e dovrebbe obbligare tutti gli allenatori a fare almeno due anni nei settori giovanili».

Ha detto che questa Fiorentina ha potenziali­tà superiori alla sua che, però, arrivò in Champions. Questa dove può arrivare?

«Non bisogna porle limiti perché a mio avviso c’è spazio per arrivare a fine campionato e ritrovarsi con qualche bella sorpresa. Tante squadre che parlavano di obiettivo Champions mi sembrano in difficoltà e chissà che a fine stagione, invece, tra quelle quattro non ci sia proprio la Fiorentina. A San Siro, con l’Inter, si è avuta la conferma definitiva che i viola saranno protagonis­ti».

Perché?

«Quando una squadra va al Meazza, e attacca costanteme­nte con cinque o sei uomini vuol dire che ha dentro una mentalità da grande». Merito di Pioli? «Conosco Stefano e so quanto sia bravo. È attento all’equilibrio ma allo stesso tempo è molto ambizioso e questa ambizione la trasmette alla squadra. Il mix ideale».

Non a caso la società sta pensando al rinnovo.

«Quando c’è stima e fiducia reciproca è giusto dare stabilità anche perché si manda un messaggio importante ai tifosi, ai giocatori, all’ambiente. Non potrebbe esserci scelta migliore».

Visto che è tornato fuori il concetto di ambiente. Si sente di dare un consiglio ai fiorentini e ai Della Valle per risolvere definitiva­mente le incomprens­ioni?

«Dico solo che per essere felici bisogna condivider­e tutto, con tutti. Non esiste condivider­e con qualcuno sì e con altri no. Basta essere chiari, presenti, vicini ai sentimenti dell’altro, e i risultati, come si vede, vengono da soli. Non c’è bisogno ne di confronti ne di incontri, come sento dire. Basta fare le cose per bene e da questo punto di vista, come dimostra il ritorno di Antognoni, mi sembra che la società sia cresciuta molto».

Finiamo tornando al punto di partenza. Domani, visto che ha fatto l’abbonament­o, sarà al Franchi?

«Si, e spero di vedere una bella partita. Ho fatto l’abbonament­o perché non volevo chiedere niente a nessuno, perché vivo a Firenze, mi piace vedere la Fiorentina».

Chi vince?

«No, niente pronostici tanto li sbaglio sempre. Spero che vinca la squadra migliore anche se, Inter-Fiorentina insegna, non sempre vince chi merita».

Coltivare il talento

Chiesa è forse l’unico in Italia che non ha perso la voglia di divertirsi giocando, e di rischiare. Lo ripeto da anni: non bisogna imprigiona­re i nostri giovani con la tattica

❞ Non potrebbe esserci scelta migliore che confermare Pioli Conosco Stefano, è equilibrat­o, ma allo stesso tempo ambizioso, il mix ideale

 ??  ?? Cesare Prandelli è stato allenatore della Fiorentina dal 2005 al 2010 In viola ha disputato anche la Champions League
Cesare Prandelli è stato allenatore della Fiorentina dal 2005 al 2010 In viola ha disputato anche la Champions League
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