All’inizio fu un camper, poi tecnologia e ricerca Con le donne al centro
«Non è cominciato tutto nel 2003, ma molto prima. Venticinque anni fa, il dottor Marco Rosselli del Turco mi chiese di aiutarlo: serviva l’acquisto un camper per fare le mammografie gratuite nelle periferie; e io organizzai uno spettacolo al teatro Verdi con Modugno per finanziarlo».
Ricorda tutto come fossi oggi racconta Bona Frescobaldi, patron di Corri la Vita. «Poi, quando di nuovo mi fu chiesto di dare una mano — aggiunge la marchesa — invece di organizzare eventi mondani, come ad esempio un ballo di gala, mi ispirai al modello delle maratone che tanto avevano successo negli Stati Uniti e nel Regno Unito». L’idea vincente fu quella di affiancare alla corsa podistica anche la passeggiata, che permise di attrarre famiglie, anziani, mamme, bambini: «Mentre organizzavamo la prima edizione, mi fu detto che non saremmo andati oltre i 900 iscritti: arrivarono in 3.000. L’anno successivo erano già il doppio. E nel 2017 abbiamo sfiorato i 30.000».
Tantissimi i progetti sostenuti in questi quindici anni da Corri la Vita, alcuni anche molto recenti. Lo scorso giugno, Corri la Vita (assieme alla Fondazione Ferragamo) ha permesso l’acquisto di due macchinari per l’ospedale di Careggi: 400.000 euro, per un mammografo digitale di ultima generazione e per un moderno tavolo da biopsia su guida tomosintesi che sono stati messi a disposizione del reparto di diagnostica senologica dell’ospedale universitario fiorentino. «Attrezzature così sofisticate esistevano solo all’Istituto tumori di Milano — dice il direttore, il professor Jacopo Nori — Questa tecnologia ci permette di prelevare frammenti di lesioni molto piccole, aumentando la precocità della diagnosi e diminuendo l’impatto delle radiazioni. E i tempi dell’esame si abbattono di un terzo».
Sempre al reparto di senologia di Careggi, un ricercatore di 38 anni, Diego De Benedetto, racconta la sua «favola»: due anni fa, una borsa di studio da 50.000 euro, donata da Corri la Vita, gli ha permesso di ottenere un contratto biennale a fianco del professor Nori: «La borsa di studio mi ha permesso di eseguire 10.000 prestazioni sanitarie tra ecografie mammarie, visite specialistiche, risonanze magnetiche, biopsie, che hanno abbassato le liste d’attesa delle donne nel servizio sanitario pubblico». Inoltre, il giovane medico si specializza sulle potenzialità della mammografia a contrasto, macchinario innovativo che Careggi ha usato tra i primi in Italia. Proprio grazie all’esperienza della borsa di studio, De Benedetto affronta il concorso pubblico per l’assunzione a tempo indeterminato. E lo vince: «Cara Bona Frescobaldi — le ha scritto lo scorso agosto — tutto questo non sarebbe stato possibile senza di lei». Non solo: ancora con le donazioni raccolte da Corri la Vita, il posto da specializzando lasciato libero di De Benedetto, viene assegnato a una giovane dottoressa, Federica Di Varo.