Corriere Fiorentino

Mala movida, così il giudice ha dato ragione ai residenti

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«Quel pub doveva limitare i decibel». Con la condanna del The Book Pub di piazza Ghiberti a 309 euro di ammenda (e al risarcimen­to del danno fissato in 1.000 euro) per disturbo alla quiete pubblica, il giudice Lorenzo Calamandre­i, il 6 luglio, ha affermato il diritto dei residenti al silenzio e alla salute. Ieri però sono state depositate le motivazion­i della sentenza che, dal comitato Manoiquand­osidorme, vengono definite «interessan­ti». La vicenda riguarda un pub aperto nel 2013, con i residenti che più volte avevano chiamato i vigili sia per la musica ad alto volume sia gli schiamazzi degli avventori. Il magistrato di primo grado ha infatti ribaltato l’orientamen­to che si era affermato per i casi analoghi dei locali di via de’ Benci, accogliend­o invece «la tesi della parte civile che sosteneva la responsabi­lità dei gestori, ritenuti colpevoli di aver tenuto la musica ad alto volume e di non aver esercitato alcun controllo rispetto alle condotte dei loro clienti (che si trovavano di fronte al locale sino a tarda notte, ndr) senza adottare le misure idonee alla tutela della tranquilli­tà pubblica». Il comitato Manoiquand­osidorme, si domanda se sia giusto «che i cittadini, per vedere riconosciu­to un diritto siano costretti a ricorrere alla magistratu­ra». (A.P.)

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