Caro sindaco, ci aiuti a salvare i nostri figli Così rischiano la vita
Gentile signor Sindaco, sono la mamma di un ragazzo di 16 anni che purtroppo è stato ritrovato in stato pietoso e di semi incoscienza nella notte tra il 2 e il 3 giugno su un marciapiede di lungarno Ferrucci a causa del consumo di superalcolici. Premetto che in casa nostra non si fa uso di alcolici, che sia io che mio marito siamo ricercatori e che viviamo in una famiglia che reputiamo essere tranquilla e senza alcun malessere economico o relazionale. Non abbiamo notato alcun disagio sociale in nostro figlio prima dell’evento di qualche mese fa. È un ragazzo molto studioso e con molti meriti scolastici, è uno scout, un musicista e con tanta, forse troppa voglia di stare insieme ai suoi coetanei… insomma, non ci saremmo mai aspettati di ritrovarlo quasi in coma etilico. E di questa cosa ne siamo sconvolti. Nel parlare con lui abbiamo scoperto che il consumo di alcol non è stato un fatto occasionale ma, invece, si tratta di una modalità che il gruppo, quella classe, porta avanti da circa un anno. Alla nostra domanda sulla provenienza dei superalcolici nostro figlio ci ha risposto che i negozi gestiti dagli indiani in centro vendono senza problemi, e a basso costo, i superalcolici a minorenni. Senza voler entrare nel merito del possibile disagio della classe a lei chiedo se sia possibile evitare che nel comune di Firenze perduri questo stato di pericolo che potrebbe causare gravi problemi di salute ai ragazzi. In particolare le chiedo cosa potrebbe fare il Comune per arginare la vendita di alcol ai minorenni. Si potrebbero, per esempio, tenere chiusi questi negozi dopo le 20? So che la vendita di alcolici ai minori è vietata , ma anche se presento una denuncia verso un negozio ce ne saranno altri 100 che resteranno aperti e disponibili a violare la legge. Dobbiamo evitare che nostro figlio esca con i compagni di scuola per i prossimi 3 anni? Nonostante tutto siamo convinti che la responsabilità primaria per quello che è successo non sia da attribuire alle istituzioni, ma al modo di convivere adottato dal gruppo, da una classe. Ci farebbe piacere conoscere quali siano le misure che le autorità potrebbero adottare per arginare la situazione.