I comizi rossi del Dottore Che non voleva la Dieci e incantava alle Vie Nuove
Ci fu un conciliabolo più o meno segreto e venne deciso di affidare la pesantissima maglia numero 10 al nuovo arrivato, all’uomo che aveva fatto lievitare gli abbonati fino alla cifra record di 27.000: il magnifico, ieratico, carismatico, illuminato, dottor Socrates. Lui ascoltò con attenzione la proposta e disse di no, perché proprio non se la sentiva di indossare quella pesante casacca. Si mise così l’amato 8 e lasciando a Pecci l’incombenza del caso. Il suo primo celeberrimo colpo di tacco al Franchi per poco non mandò in rete uno sconosciuto centrocampista della Casertana, ma tanto si sa che la prima è dei bambini… Quaranta giorni dopo l’esordio arrivò però un pallonetto strepitoso per uno dei cinque gol con cui la Fiorentina strapazzò l’Atalanta. Ma su quella traiettoria restarono purtroppo appese tutte le speranze. Perché Socrates non scese mai davvero sulla terra fiorentina, preferendo rimanere sospeso alle sue dissertazioni extra calcistiche, molto interessanti, ma poco attinenti alle impellenti esigenze di classifica viola. Più che gli allenamenti, frequentava con maggiore convinzione il Circolo Vie Nuove, dove i vecchi militanti dell’allora egemone Partito Comunista lo ascoltavano estasiati. Il Dottore (era davvero laureato in medicina) non disdegnava neanche le visite di locali fiorentini che conobbero un discreto incremento sul consumo delle birre. Una volta, in aereo, si travestì da steward per offrire lo snack ai compagni, davanti all’allibito Ferruccio Valcareggi. Se ne andò alla chetichella nell’agosto del 1985, non troppo lucido e dopo aver firmato un’improbabile rescissione di contratto a Reggio Emilia.