Corriere Fiorentino

Un giorno nella «casa» del Brindellon­e

Il carro di Pasqua visto da vicino. Oggi le visite guidate a via Il Prato

- Mauro Bonciani

È cosi amato dai fiorentini che durante l’anno arrivano a Palazzo Vecchio telefonate per chiedere di poterlo ammirare da vicino. È il «Brindellon­e», il grande carro trainato dai candidi buoi di razza chianina che nel giorno dello Scoppio del Carro esce dal suo rifugio in via il Prato e percorre il centro, scortato dal corteo dei figuranti, fino ad arrivare nello spiazzo tra Battistero e Duomo, dove la Colombina, arrivando dall’altare maggiore di Santa Maria del Fiore, incendia i suoi fuochi di artificio.

Un rito antichissi­mo che ha cambiato giorno e ora (anticament­e si svolgeva la sera del Sabato Santo e non la mattina della domenica di Pasqua) ma che è ancora nel cuore di ogni fiorentino, legato anche alla buona sorte se la Colombina compie senza intoppi il suo percorso di andata e ritorno. Parte essenziale del rito che mescola sacro e profano è il Brindellon­e che oggi dalle ore 9 alle 17, in via Il Prato numero 48, sarà visibile grazie all’apertura straordina­ria del locale dove è custodito, chiuso da un altissimo portone, con personale del Comune che racconterà la sua storia. L’origine dello Scoppio del Carro viene fatta risalire alla prima Crociata nel 1099 e al ritorno dalla Terra Santa di Pazzino de’ Pazzi nel 1102 che, avendo scalato per primo tra i cristiani le mura di Gerusalemm­e, ebbe in dono le schegge del Santo Sepolcro con cui fu acceso in cattedrale il fuoco Santo del sabato prima di Pasqua. I Pazzi tutelarono gelosament­e le pietre e sembra che già nel XIII secolo facessero passare per la città un carro trionfale su cui si portava in giro il fuoco Santo acceso in Duomo per distribuir­lo a fiorentini. Il carro crebbe in fasto e addobbi fino a diventare nel Seicento, sempre per opera dei Pazzi, a tre piani: è lo stesso Brindellon­e, restaurato fin dal 1622, che viene usato oggi, troneggian­te con i suoi 11 metri e 60 di altezza, 3 metri e 40 di lunghezza e dal peso di 40 quintali. Le pietre, conservate a lungo nel palazzo dei Pazzi e poi spostate alla Chiesa di Santa Maria, sono custodite nella chiesa dei SS Apostoli, in un astuccio a forma di Colombina. Il Carro, che la domenica di Pasqua esce dal Prato e attraverso Borgo Ognissanti, piazza Goldoni, via della Vigna Nuova, via Strozzi, piazza della Repubblica e via Roma arriva in piazza San Giovanni, al suonare delle campane alle 11 viene colpito dalla Colombina che corre su un cavo posto a sette metri di altezza e l’arrivo del simbolo dello Spirito Santo incendia i fuochi di artificio che vanno in su e giù per il carro fino a far aprire le bandiere sulla sua sommità, evento che segna la fine del rito. E il suo ritorno a via Il Prato dove il Brindellon­e — così detto perché brindellon­e è un vernacolo un uomo alto alto che cammina tentennand­o, com il carro trainato dai buoi — resterà immobile fino alla prossima Pasqua.

La storia

L’origine del rito del volo della Colombina risale alla prima Crociata nel 1099

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Lo Scoppio del Carro nel giorno di Pasqua in piazza San Giovanni

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