Corriere Fiorentino

CON LE ARMI SPUNTATE

- Di Enrico Nistri

Se Salvini avesse voluto promuovere un clima favorevole al consenso nei confronti del decreto Sicurezza, non sarebbe riuscito a crearne uno pari a quello che alcuni episodi di cronaca hanno alimentato anche Firenze. Prima la violenza subita da una studentess­a asiatica a Varlungo da parte di un romeno accampato in un casolare occupato: uno di quegli immobili per cui Salvini sollecita lo sgombero immediato, oltre a pene più severe. Poi lo scippo di una signora non più giovane nei pressi dell’Esselunga di viale Canova: una violenza che avrebbe potuto avere conseguenz­e molto più gravi, visto che la donna si è vista strappare da un diciannove­nne rom, accampato al Poderaccio, una catenina d’oro ed è stata colta da un malore. Uno scippo, si dirà, non fa notizia, per quanto odioso esso sia. A fare notizia è però il fatto che il delinquent­e, fermato dalle forze dell’ordine, non è stato incarcerat­o ma solo sottoposto all’obbligo di dimora a Firenze, dove svolgeva — e, c’è da temere, continuerà a svolgere — la sua attività. Come lo stupratore di Varlungo, anche lo scippatore di viale Canova può vantare un prestigios­o curriculum. Dal 2012, quando era ancora minorenne, è stato denunciato per atti persecutor­i e lesioni, violenza privata e lesioni, scippo, rapina e scippo. Per tacere di due ulteriori denunce ricevute dopo aver dichiarato una falsa identità. Non è da escludere che fra qualche mese, ancora in libertà nonostante la mole di carichi pendenti, possa usufruire del reddito di cittadinan­za introdotto dal Consiglio dei ministri di cui lo stesso Salvini, ironia della sorte, è vicepresid­ente: al Poderaccio non si chiede l’Isee.

Non c’è da stupirsi se pur fra queste contraddiz­ioni, l’odierno allarme sicurezza fa volare nei sondaggi anche in Toscana la Lega e Salvini, nonostante quanto di irrituale vi sia nella prassi di un ministro dell’Interno uso a governare più per cinguettii che per circolari. Dal canto suo, fa bene Nardella a reclamare più agenti per Firenze: sono sempre un utile deterrente. Ma se agenti e carabinier­i si sentiranno presi in giro da una legislazio­ne e una giurisprud­enza sbilanciat­e a favore del reo, la loro presenza sarà sempre meno incisiva. Nel frattempo, è inutile contrappor­re i numeri in parte confortant­i delle statistich­e a un allarme sociale crescente. Ci sono momenti in cui la percezione è la vera realtà: esse est pèrcipi. I cancellett­i al secondo piano di tanti caseggiati di periferia parlano più di qualche zero virgola.

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