Renziani divisi, salta l’accordo tra Gelli e Bonafè
Rottura definitiva tra i renziani toscani, che per la prima volta si dividono — anche fisicamente, con i renzianissimi riuniti all’ultimo piano della sede Pd di via Forlanini e gli eterodossi asserragliati al primo piano. Risultato: Federico Gelli, alla guida dei renziani critici con la gestione del Pd degli ultimi anni, non sosterrà la renzianissima Simona Bonafè alle primarie per la segreteria regionale. I gelliani volevano fare una loro lista in appoggio all’europarlamentare, ma Bonafè ha detto no in nome dell’unità. Si è così aperta una trattativa sui posti nell’unica lista che si presenterà a sostegno di Bonafè, che alle primarie del 14 ottobre sarà sfidata da Valerio Fabiani della sinistra del partito. «Ci hanno proposto il 13% dei posti, un’umiliazione: non potevamo che dire no», accusano i sostenitori di Gelli, pronti a riunirsi oggi in un’assemblea pubblica. «Non è vero, eravamo pronti a dare loro il 25% dei posti e due capilista. La verità è che loro volevano rompere», ribattono gli uomini vicini a Bonafè. Ma che faranno adesso Gelli e i suoi? «Resteremo a guardare le primarie regionali, in attesa del congresso nazionale: sarà quella la partita di ritorno», dicono minacciando di fatto di aprire un asse con Franceschini, Gentiloni e gli altri critici di Renzi. «Qual è il risultato di tutto questo? Che il Pd appare ancora diviso. Complimenti ai gelliani», dicono tra ironia e sconcerto gli uomini vicini al plenipotenziario di Renzi Luca Lotti.