COSÌ QUESTA REGIONE TORNERÀ AL PASSATO
La prima sezione esordisce sostenendo che esistono 118 miliardi di euro già stanziati per investimenti nel bilancio tendenziale e immediatamente realizzabili. Poiché l’attuale governo non ha finora redatto alcun bilancio è ovvio che gli stanziamenti sono dei governi Renzi e Gentiloni, ma poco male, possono essere incamerati. Dopo si viene a sapere, anche con riferimento al diluvio di dichiarazioni sui social, che l’attuale governo stanzierà 18 miliardi nei prossimi due anni.
Non un granché, considerando l’arretratezza del Mezzogiorno e le aree congestionate del Centro Nord. Andando al paragrafo sulla mobilità autostradale, ferroviaria e aeroportuale, un toscano ci trova affermazioni preoccupanti. La prima è che «...la strategia del governo ….è rivolta a dare priorità ad una rete di piccole opere diffuse» per una mera manutenzione dell’esistente. L’affermazione, oltre a contraddire quanto deciso con il decreto mille proroghe, che ha depennato 1,5 miliardi di euro stanziati per interventi comunali per lo sviluppo delle periferie delle città, non può che preoccupare: alla Toscana non bastano certamente le piccole opere.
La seconda temibile affermazione è che le grandi opere in corso saranno di fatto rinviate per più attenti accertamenti dei costi e dei benefici. Tra queste, se pur non esplicitamente citate, potrebbero rientrare le opere autostradali che la regione attende da decenni. Per il trasporto ferroviario, il generico riferimento al completamento dell’alta velocità prende meno spazio nel documento dell’encomiabile Piano Nazionale per le piste ciclabili e la nascita dell’affascinante sistema nazionale delle ciclo-vie turistiche.
Ma dove il livello di preoccupazione sale vertiginosamente è nel settore aeroportuale. Si legge: «Gli interventi previsti tendono a migliorare la connettività, innanzitutto delle aree remote e disagiate del Paese». Come dire il potenziamento, per quanto meritorio, dell’aeroporto di Reggio Calabria viene prima della nuova pista di Firenze e del potenziamento delle reti aeroportuali del Centro Nord dove l’industria esportatrice basa gli scambi internazionali anche sull’efficienza di queste infrastrutture.
Al fiorentino poi viene il mal di stomaco leggendo sui giornali che la Lega toscana si è dichiarata favorevole alla messa in sicurezza dello scalo di Firenze, ma contraria al masterplan di Toscana Aeroporti attualmente in discussione nella Conferenza dei servizi (la pista per il Carroccio sarebbe troppo lunga), ritenendo prioritario il potenziamento di Pisa e del «mitico» collegamento ferroviario con Firenze.
La sensazione finale è che tutte le nostre speranze di modernizzazione saranno tradite e che la società toscana arretrerà. Lentamente, ma inesorabilmente.
Priorità di governo Gli investimenti? Prima vanno collegate le aree remote. E Peretola verrà dopo Reggio Calabria...