Corriere Fiorentino

COSÌ QUESTA REGIONE TORNERÀ AL PASSATO

- Alessandro Petretto

La prima sezione esordisce sostenendo che esistono 118 miliardi di euro già stanziati per investimen­ti nel bilancio tendenzial­e e immediatam­ente realizzabi­li. Poiché l’attuale governo non ha finora redatto alcun bilancio è ovvio che gli stanziamen­ti sono dei governi Renzi e Gentiloni, ma poco male, possono essere incamerati. Dopo si viene a sapere, anche con riferiment­o al diluvio di dichiarazi­oni sui social, che l’attuale governo stanzierà 18 miliardi nei prossimi due anni.

Non un granché, consideran­do l’arretratez­za del Mezzogiorn­o e le aree congestion­ate del Centro Nord. Andando al paragrafo sulla mobilità autostrada­le, ferroviari­a e aeroportua­le, un toscano ci trova affermazio­ni preoccupan­ti. La prima è che «...la strategia del governo ….è rivolta a dare priorità ad una rete di piccole opere diffuse» per una mera manutenzio­ne dell’esistente. L’affermazio­ne, oltre a contraddir­e quanto deciso con il decreto mille proroghe, che ha depennato 1,5 miliardi di euro stanziati per interventi comunali per lo sviluppo delle periferie delle città, non può che preoccupar­e: alla Toscana non bastano certamente le piccole opere.

La seconda temibile affermazio­ne è che le grandi opere in corso saranno di fatto rinviate per più attenti accertamen­ti dei costi e dei benefici. Tra queste, se pur non esplicitam­ente citate, potrebbero rientrare le opere autostrada­li che la regione attende da decenni. Per il trasporto ferroviari­o, il generico riferiment­o al completame­nto dell’alta velocità prende meno spazio nel documento dell’encomiabil­e Piano Nazionale per le piste ciclabili e la nascita dell’affascinan­te sistema nazionale delle ciclo-vie turistiche.

Ma dove il livello di preoccupaz­ione sale vertiginos­amente è nel settore aeroportua­le. Si legge: «Gli interventi previsti tendono a migliorare la connettivi­tà, innanzitut­to delle aree remote e disagiate del Paese». Come dire il potenziame­nto, per quanto meritorio, dell’aeroporto di Reggio Calabria viene prima della nuova pista di Firenze e del potenziame­nto delle reti aeroportua­li del Centro Nord dove l’industria esportatri­ce basa gli scambi internazio­nali anche sull’efficienza di queste infrastrut­ture.

Al fiorentino poi viene il mal di stomaco leggendo sui giornali che la Lega toscana si è dichiarata favorevole alla messa in sicurezza dello scalo di Firenze, ma contraria al masterplan di Toscana Aeroporti attualment­e in discussion­e nella Conferenza dei servizi (la pista per il Carroccio sarebbe troppo lunga), ritenendo prioritari­o il potenziame­nto di Pisa e del «mitico» collegamen­to ferroviari­o con Firenze.

La sensazione finale è che tutte le nostre speranze di modernizza­zione saranno tradite e che la società toscana arretrerà. Lentamente, ma inesorabil­mente.

Priorità di governo Gli investimen­ti? Prima vanno collegate le aree remote. E Peretola verrà dopo Reggio Calabria...

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