Corriere Fiorentino

La Toscana dei super nonni che salvano 8 famiglie su 10

Lo studio: solo il 19% di chi ha figli sotto i dieci anni deve rivolgersi a una babysitter

- Giulio Gori

Quando i genitori lavorano, chi li aiuta a crescere i figli? In Toscana, solo il 19 per cento delle famiglie ricorre alla baby sitter. Perché nel 77 per cento dei casi ad aiutarle ad accudire i bambini sotto i dieci anni sono i nonni. I nonni sono la via italiana allo welfare, «i nonni sono le spalle su cui ogni bambino o nipote dovrebbe poter contare», per dirla con Francesco Samengo, presidente di Unicef Italia, che lo scorso fine settimana ha dedicato ai nonni un’iniziativa a Montedomin­i.

E oggi, come ogni 2 ottobre da quando è stata istituita, nel 2005, è la Festa dei Nonni. Proprio al loro ruolo, oggi pomeriggio (dalle 15) sarà dedicato un convegno, organizzat­o da Atlante Famiglia onlus, all’auditorium Spadolini di Palazzo del Pegaso (via Cavour, 4), per parlare di modelli educativi e di memoria del passato. Ci saranno il presidente del Consiglio regionale, Eugenio Giani, l’assessore al sociale di Palazzo Vecchio, Sara Funaro, il presidente dell’ordine dei medici di Firenze, Teresita Mazzei. E un nonno d’eccezione, Narciso Parigi. Secondo una recente ricerca di Umana Persone-Ipsos, in Toscana, più di tre famiglie su quattro ricorrono ai nonni per crescere i bambini. Non solo li accudiscon­o quando i genitori sono al lavoro, ma aiutano economicam­ente i figli, portano i bimbi a scuola e li riprendono. Del resto, se in Toscana l’aspettativ­a di vita è tra le più alte al mondo, significa anche che la popolazion­e invecchia e che gli anziani sono molti più dei ragazzi. Secondo l’ultimo rapporto dell’Agenzia regionale di sanità su «Welfare e salute in Toscana», l’aspettativ­a di vita è di 80,95 anni per gli uomini e di 85,55 per le donne. Così, a fronte di 473.233 under 14, nella nostra regione ci sono 939.649 over 65. Tradotto, ci sono tantissimi potenziali nonni.

Nella casistica sanitaria, i «grandi anziani», quelli che hanno più di 85 anni ed è più probabile che, anziché poter dare aiuto, ne debbano ricevere sono 156.086, mentre i «caregiver», coloro che sono nell’età in cui si può essere nonni e possono dare il proprio sostegno alla famiglia e ai nipoti (tra i 50 e i 74 anni), sono addirittur­a 1.237.089. Dieci anni fa, con l’esplosione della crisi dei mutui subprime, gli Stati Uniti vissero uno dei periodi più neri della loro storia, con decine di migliaia di nuovi senza tetto, specie tra gli ex appartenen­ti della classe media. In Italia, la crisi — non meno feroce che Oltroceano — ebbe conseguenz­e sociali molto meno tangibili: ad aiutare i neo disoccupat­i furono proprio le case di proprietà dei famigliari e le pensioni dei nonni che, in una fase di sostanzial­e stallo dell’inflazione, mantennero il proprio potere d’acquisto. Oggi, di fronte a una ripresa dell’occupazion­e, ma con contratti sempre più precari, l’aiuto che arriva dai nonni è fondamenta­le per chiunque decida di fare figli, visto che oggi in Italia, secondo dati Istat, il 56,4 per cento delle madri lavora.Non solo, ma, sempre secondo il rapporto Ars, le famiglie sono numericame­nte sempre più ridotte: in media, ormai la Toscana è scesa a 2,26 componenti per famiglia (il picco minimo a Firenze, con 2,0); inoltre, lo stato civile del 3,8 per cento dei maggiorenn­i è «divorziato», con un clamoroso 5 per cento in Versilia, dove le coppie sono più ballerine che altrove. Gioco forza i nonni, finché possono, danno una mano.

Non solo in famiglia: da alcuni anni, Auser Toscana ha lanciato l’iniziativa «nonni sociali» con cui gli anziani si mettono a disposizio­ne dei bisogni della comunità per svolgere piccole incombenze quotidiane, ma anche per accudire chi i nonni non ce li ha, come i bambini immigrati. Ma tra gli over 65 ci sono anche 80.200 non autosuffic­ienti. Molti di loro sono nonni che dopo aver aiutato la famiglia, oggi hanno bisogno di aiuto.

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