«Le donne in Fisica? Sono favorite» Pisa, inchiesta dell’Ateneo sul docente
Bufera dopo la lezione del ricercatore al Cern. Il rettore: subito un procedimento etico
La difesa Quanto ho detto lo confermano i dati L’università ha chiesto scusa agli ebrei e ora attacca me, meglio che non parli oltre
Una bufera si abbattuta sull’Università di Pisa, sul Cern e sull’ambiente dei fisici. In Italia e nel mondo. Ed è una bufera, di cui parlano tutti i giornali, che parte da qui, dalle aule dell’università pisana perché è un nostro professore, si chiama Alessandro Strumia ed è docente proprio al Dipartimento di Fisica oltre che legato da un rapporto di collaborazione con il Cern che ha dato il via a una valanga di polemiche. È stato lui venerdì, partecipando a una conferenza su «Fisica delle alte energie e gender» — durante la quale veniva affrontata la questione della discriminazione ai danni delle donne nella fisica e più in generale nell’area Stem (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica) — a sostenere più o meno che non solo non esiste una discriminazione in questo senso, ma che se c’è vede patire più gli uomini. Qualcuno ha voluto leggere nelle sue parole anche che «la fisica non sarebbe cosa da donne» anche se lui nega abbia affermato questo.
Il risultato è che il Cern si è prima dissociato dalle sue affermazioni e poi lo ha sospeso dalla collaborazione, mentre a Pisa, il rettore Paolo Mancarella, ha disposto l’apertura di un procedimento etico nei confronti di Strumia in base alla quale la Commissione Etica dell’Ateneo «procederà a esaminare il comportamento tenuto, valutando se del caso di investire anche il Collegio di disciplina per verificare eventuali ulteriori violazioni delle norme che devono guidare la condotta dei professori universitari». Non basta anche l’Istituto Nazionale di Fisica nucleare (Infn) sta valutando se adottare provvedimenti contro il professore.
È a lui che abbiamo chiesto lumi sulla bufera. E a lui che ci ha detto: «Quello che è accaduto, oltre il polverone di polemiche, è contenuto nelle slide che ho portato alla conferenza del Cern. Io ho solo sostenuto che la fisica non è a inviti, non è per quote che si entra a far parte di questo mondo, ma per competenza e voglia di fare. Ho parlato subito dopo una speaker che ha definito sessista chi parla di “competitività”,e “lavoro duro” e che aveva sostenuto che “lavorare con i fisici” è come “lavorare con i militari. Cose non vere”».
Il punto sottolineato da Strumia, il sessimo al contrario, consisterebbe in una serie di fatti. «In primo luogo, cito il Sole 24Ore — aggiunge lui — il fatto che alle donne che si iscrivono in facoltà scientifiche è concesso un abbattimento delle tasse. Un fatto che non capisco da cosa nasca e come si giustifichi. Ma non basta in forza di un enorme database messo insieme negli anni ho potuto dimostrare che il numero di citazioni in riviste scientifiche (criterio fondamentale secondo la riforma Gelmini per avere maggior punteggio nella carriera universitaria ndr) è quasi sempre maggiore per gli uomini. In particolare le donne hanno il 20 per cento di citazioni in fisica sperimentale e il 10 in fisica teorica. Ma a parità di numero di citazioni l’indice di assunzione di una donna è più alto del 30/40 per cento» . Poi il ragionamento si fa più personale. «Quindici anni fa anche io ho avuto una valutazione di questo tipo per un incarico universitario. A fronte della mie quasi 31 mila citazioni è stata assunta una collega che ne aveva 3.200. E sa che cosa mi è stato contestato? Che ero troppo attivo scientificamente». Poi l’affondo quando gli chiediamo se si aspettava una reazione di questo tipo da parte del Cern e soprattutto da parte di Pisa. Ci ha risposto infatti il professore. «Sono stato aggredito per aver riportato uno studio bibliometrico documentato. Pochi giorni fa l’università di Pisa ha chiesto scusa per le leggi razziali contro gli scienziati ebrei. E ora attacca me. È meglio che non parli oltre. È molto triste quanto è successo».