Corriere Fiorentino

E dopo le proteste Nogarin prepara misure per la Venezia

- Giacomo Salvini

Venerdì notte è stato solo l’ultimo episodio di una catena che dura da anni: una rissa notturna con un ferito portato di corsa al pronto soccorso, una lunga fila di motorini buttati a terra e finestrini e parabrezza di auto distrutti. Il tutto tra le proteste dei residenti esasperati e le denunce di don Michele Esposto, il prete della chiesa di Santa Caterina chiusa due settimane fa per inagibilit­à, che parla di «scene da Bronx» e accusa direttamen­te il Comune: «Qui il problema non è la chiesa ma la droga» ha detto domenica al Tirreno. E così adesso il sindaco di Livorno Filippo Nogarin propone di usare il pugno duro per combattere la «malamovida» nel quartiere La Venezia, chiamato così per i suoi canali. L’idea del Comune è quella di esportare il «modello Garibaldi» (divieto di asporto di alcol dopo le 21) anche qui, a due passi dalla Fortezza Nuova: per questo, giovedì alle 17,30, Nogarin aprirà il tavolo con i comitati di quartiere, i commercian­ti, i vigili e i rappresent­anti degli alberghi della zona, e proporrà loro di replicare le ordinanze emanate nei mesi scorsi nel quartiere Garibaldi con cui è stata vietata la vendita di alcol nelle ore notturne. In Venezia, però, minimarket non ce ne sono e questa misura potrebbe avere un impatto forte sui locali lungo i fossi: per questo il Comune e i commercian­ti cercherann­o di arrivare ad una soluzione che possa mettere d’accordo tutti. Un’ipotesi è quella di mettere gli steward fuori dai locali notturni ma, fanno sapere dal Comune, «ascolterem­o e prenderemo in consideraz­ione tutte le proposte». Dall’altra parte, la denuncia di don Michele non ha lasciato indifferen­te Nogarin, che ieri ha convocato il Comitato per l’Ordine e la Sicurezza: il sindaco chiederà al questore Lorenzo Suraci di intervenir­e con il pugno duro e con «un’azione incisiva» per combattere lo spaccio. «Quello della sicurezza è un problema che riguarda tutta la città — spiega il primo cittadino — o lo affrontiam­o tutti insieme o perdiamo. Questo è uno di quegli argomenti usati da qualcuno per suscitare emozioni di pancia ma il problema è culturale, legato al rispetto e alla tolleranza dell’altro».

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Il sindaco Filippo Nogarin

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