La mamma assalita, il grazie degli amici a chi ha dato un aiuto
Caro direttore, siamo familiari ed amici della donna che, alcuni giorni fa, è stata accoltellata a Pelago da un uomo che non accettava la fine della loro storia. E chiediamo ospitalità al Corriere Fiorentino per condividere con voi e i vostri lettori i ringraziamenti a tutta una comunità.
Fin dai primi momenti dopo l’aggressione, sono state tantissime le persone che hanno aiutato i figli della nostra amica e lei stessa. I vicini che hanno visto la scena si sono non solo prodigati nei primi aiuti, ma si sono immediatamente buttati letteralmente e fisicamente in strada ad inseguire l’aggressore fino a che lui, purtroppo, non è riuscito a far perdere le tracce.
I barellieri dell’ambulanza, gli infermieri ed i medici hanno assistito la donna non solo in modo professionale, ma soprattutto umano, come è necessario ma non sempre scontato in questi casi.
I carabinieri intervenuti (ma davvero tutte le forze dell’ordine si sono attivate, anche la polizia municipale) non hanno solo svolto in tempi record le indagini che hanno portato all’arresto dell’aggressore, mettendo in sicurezza la donna ed i figli. Gli stessi militari sono stati vicini a lei ed ai bambini. Per distrarli, hanno giocato a calcio con loro, e poco conta se poi, giocando sempre con loro in caserma, uno dei più piccoli abbia esagerato e rotto una sedia: significa che quegli uomini in divisa erano davvero riusciti a distrarli, come hanno fatto poi mangiando assieme a loro una pizza, un piccolo gesto che sa di normalità in un momento traumatico.
Il Comune si è reso da subito disponibile ad aiutare questa famiglia, così come i bambini sono stati immediatamente accolti da altri che fanno parte di questa bellissima comunità.
Sappiamo quanto raccontare le cose belle, semplicemente belle, possa facilmente cadere in retorica: non ci interessa, è un rischio che corriamo, perché questa storia va raccontata.
La nostra amica e parente ha raccontato, dopo aver vissuto tutto (l’aggressione, ma anche la reazione corale che abbiamo provato a raccontare) che alla fine «da questa storia deve uscire qualcosa di bello».
Ecco, noi crediamo che una comunità unita sia riuscita ad essere più forte di una persona meschina. E, nonostante le ferite e lacerazioni che resteranno, questo è il punto di partenza per sanare entrambe e ripartire. Assieme. E grazie a voi del Corriere Fiorentino per averci permesso di ringraziare così tante persone, come abbiamo provato già a fare, una ad una.