Corriere Fiorentino

Ma «simulatore» a chi?

Il caso Le accuse di Gasperini a Chiesa non trovano riscontro nelle statistich­e di serie A Ieri Federico ha parlato a lungo con papà Enrico, spiegando quello è successo in campo

- Matteo Magrini

Si fa presto a dire «tuteliamo i nostri talenti». Basta pensare al tiro al bersaglio di questi giorni. Nel mirino, appunto, il miglior talento del nostro (povero) pallone: Federico Chiesa. Un gioiello prezioso che andrebbe maneggiato con cura e che invece, dopo la gara con l’Atalanta, è stato «bombardato». Accuse, offese, richieste (assurde) di prova tv, insinuazio­ni. Una, in particolar­e (quella di Gasperini) più grave delle altre. Per il contenuto («è un cascatore, andrebbe punito perché il suo comportame­nto è diseducati­vo») e perché arrivata da un allenatore. Per questo, Pioli, gli ha risposto: «Avrei preferito che Gasperini non avesse parlato di un mio calciatore, come io non mi permetto mai di parlare degli altri», ha detto ieri a Radio Rai 1. E ancora: «Federico è fortissimo nell’uno contro uno, si assume responsabi­lità e per questo prende un sacco di calci».

Consideraz­ioni confermate dai fatti. Basta dare un occhio ai numeri. Chiesa, ad oggi, è il giocatore che in Serie A tenta più dribbling. Meglio di Cristiano Ronaldo, e di chiunque altro. Ci prova, e molto spesso ci riesce. Questo il dato, nel dettaglio: 2 dribbling riusciti di media a partita. CR7, giusto per alzare al massimo il livello del confronto, si ferma a 1,3. Non solo. Il 25 viola, in sette giornate di campionato, ha già subito 16 falli. È nono, in questa speciale classifica. Con una specifica, fondamenta­le. Il dato tiene conto solo dei falli fischiati e non, tanto per intendersi, di tutte le altre botte. Per questo, la Fiorentina, è decisa a difenderlo.

Un’ipotesi al vaglio del club è un dossier che dimostri quanto Fede sia tartassato. Così come potrebbe arrivare un’altra presa di posizione pubblica. La stessa famiglia, in queste ore, ha alzato lo scudo. Papà Enrico, poi, è indignato. Soprattutt­o con Gasperini. Tanto da aver pensato ad una querela. Quelle accuse («cascatore», «comportame­nto diseducati­vo») non le ha proprio digerite.

Nel frattempo, da buon babbo, ha parlato col figlio. Raccoglien­done la testimonia­nza. Federico, stupito per la violenza degli attacchi subiti, gli ha spiegato il suo punto di vista. In sintesi: nessuna simulazion­e, c’è stato un contatto (testimonia­to da Sky nella tarda serata di domenica) che lo ha sbilanciat­o, facendolo inciampare. Tutto qua. Nella sua testa c’era solo un obiettivo: la porta. Difendere il pallone (per questo ha tagliato la strada a Toloi) e andare al tiro. Enrico lo ha ascoltato, e gli ha spiegato che quando si arriva al top, da noi, funziona così.

Prima ti esaltano, poi ti massacrano. Soprattutt­o se giochi nella Fiorentina e, magari, inizi a dar fastidio a qualcuno. Non è la prima volta. Non sarà l’ultima. Federico, comunque, ha le spalle larghe. E chi lo conosce (oltre a raccontare di caviglie piene di lividi) assicura che, nonostante tutto, abbia trascorso la giornata di ieri in totale serenità. Felice, in particolar­e, per come Firenze (e la Fiorentina) si siano schierati al suo fianco. Del resto, la società, ha tutto l’interesse a tutelare il suo gioiello più prezioso.

A proposito. A breve andrà in scena un incontro (molto importante) per discutere di prolungame­nto e adeguament­o del contratto. Le parti si sono già parlate e, presto, si siederanno attorno ad un tavolo. Clima sereno, unità d’intenti. Con buona pace di chi, in questi giorni, è partito all’attacco.

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