Corriere Fiorentino

«Io, tre giorni in ostaggio in attesa di una cattedra»

Il racconto di Marta, precaria, alle selezioni dei prof

- Di Alessandra Bravi

La chiamata per la cattedra di sostegno ad una scuola media di Lucca è finalmente arrivata alle 15,45 di ieri per Marta, 39 anni, laureata in Architettu­ra e diplomata al Conservato­rio. Dopo tre giorni di attesa, passata all’interno di un’aula dell’Istituto Tecnico Profession­ale Fermi, insieme ad altre circa 700 persone.

E con la spada di Damocle del «evitiamo pure di andare in bagno perché se ci chiamano e non rispondiam­o, la cattedra è andata». Sono avvenute così le assegnazio­ni dei professori di terza fascia, ovvero il personale docente laureato ma non abilitato, che da lunedì aspira a sapere in che scuola media o superiore della provincia di Lucca andrà a insegnare e anche cosa andrà a insegnare: da quest’anno infatti, le convocazio­ni sono fatte su tutte le discipline per cui un prof concorre, incluso il sostegno.

«Tutti noi della terza fascia — racconta Marta — siamo stati convocati lunedì 1 ottobre, ma una volta arrivati al Fermi ci siamo resi conto che dentro c’erano i docenti laureati e abilitati che aspettavan­o ancora di conoscere la loro assegnazio­ne. Ma c’era anche chi, pur non essendo laureato, è finito in seconda fascia grazie ad un ricorso, e che ha scelto l’insegnamen­to che voleva». Comincia così l’odissea di Marta e di tanti come lei che avrebbero dovuto avere la cattedra entro lunedì sera. E che invece, si sono sentiti chiamare alle 19 per essere rimandati a casa alle 19,45, dopo aver fatto le assegnazio­ni di chi aveva i punteggi più alti «Ci rivediamo tutti quanti domattina (martedì, ndr), alle 9».

Marta, e altre 500 persone tornano lì martedì, alle 9 precise. Lei, libera profession­ista e insegnante di pianoforte ad una scuola di musica, ha già dovuto annullare le sue lezioni. Ma ci sono anche tante mamme con bambini piccoli e neonati da allattare, genitori degli aspiranti docenti, una schiera di liberi profession­isti e supplenti di scuola che hanno preso permessi. Intanto, si viene a sapere che il ricorso dei non laureati è stato rifiutato e quindi le cattedre che hanno scelto sono tornate in ballo, ma non da subito, bensì dalla settimana prossima.

Il martedì alle 16,15 chiamano Marta che sceglie la cattedra di pianoforte, ma la disciplina è già stata presa. E allora? «Si ricomincia e si concorre per il resto: nel mio caso tecnica e sostegno». Ma la forbice dei punteggi adesso è molto stretta e il tempo sembra dilatarsi dentro l’aula del Fermi con i numeri scanditi: «72, 71,5, 70...». Ancora una volta non si riesce ad esaurire le cattedre da dare. Risultato: «Mercoledì ci riposiamo che siamo tutti stanchi, e le segreterie non riescono a smaltire il lavoro. Tornate giovedì mattina».

Il terno al lotto ricomincia ieri alle 9. Marta viene chiamata alle 15,45: «Alla fine —racconta — ho preso quello che è rimasto: il sostegno. È stato estenuante assistere a questa lotteria delle cattedre, e domani (oggi, ndr) entro in servizio alle 7,45». Finalmente, dopo quasi un mese dall’inizio della scuola, gli studenti avranno la sua insegnante.

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L’attesa all’Iti Fermi di Lucca

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