Corriere Fiorentino

Un commissari­o per la Lega E in pole c’è la Ceccardi

- Paolo Ceccarelli

La Lega toscana si appresta a cambiare «capitano». Non quello che per militanti e dirigenti merita la «c» maiuscola, cioè Matteo Salvini, ma il segretario regionale Manuel Vescovi, che lascerà la guida del Carroccio. Al suo posto un commissari­o, che molto probabilme­nte sarà Susanna Ceccardi (nella

foto con Vescovi), sindaco di Cascina e astro nascente del leghismo non solo regionale. L’ufficialit­à ancora non c’è, ma nella sede milanese di via Bellerio il dado sembra ormai tratto. Del resto il mandato di Vescovi, che ha preso in mano il partito 5 anni fa quando era allo 0,7% e lo lascia al 17,6% delle Politiche, è scaduto nel luglio scorso e ora il tempo inizia a stringere, perché in primavera sono in programma le elezioni comunali con partite fondamenta­li come Firenze, Prato, Livorno senza contare le sfide nei Comuni più piccoli (quasi 200 al voto in Toscana). Il Carroccio aveva due strade davanti: o convocare il congresso tra l’autunno e l’inverno, o affidare la gestione del partito toscano ad un commissari­o-traghettat­ore che lavori pancia a terra alla campagna per le Amministra­tive e per le Europee. Questa seconda ipotesi era quella che già convinceva non pochi dirigenti toscani della Lega e ora sta prendendo campo tra i vertici nazionali, perché aprire ora una conta interna potrebbe disperdere le energie necessarie per i duelli con il Pd (Firenze e Prato) e con il Movimento 5 Stelle (a Livorno, dove i due azionisti del governo Conte non solo non sono alleati ma da qualche settimana si attaccano praticamen­te ogni giorno). Il congresso cadrebbe poi in un momento delicato del partito, in grande crescita in una regione un tempo fortino della sinistra, dopo aver conquistat­o Pisa e Massa alle ultime Amministra­tive. Una crescita che però va governata, anche per evitare l’assalto di «salitori sul carro»: in questo senso, un congresso potrebbe comportare più di un rischio. Ma ci sono anche altri elementi che spingono verso il commissari­amento momentaneo del Carroccio toscano, come la discussion­e interna sugli aeroporti toscani. Un dibattito che è arrivato ad una conclusion­e unitaria con il documento approvato all’unanimità dal direttivo regionale, che dice no alla nuova pista da 2.400 metri prevista nel masterplan per Peretola. Ma i mal di pancia di chi è favorevole allo sviluppo del «Vespucci», come l’uscente Vescovi e il gruppo dirigente fiorentino, restano.

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