CITTÀ CREATIVA, I SEI PROGETTI
«Di per sé, vale poco. Conta quello che si fa dopo». La verità la spiega il presidente della Commissione italiana Unesco Franco Bernabé: se sei città patrimonio dell’umanità, conta quello che fai per mantenere le qualità che ti hanno fatto arrivare il «bollino». E anche per far diventare Firenze città della creatività legata all’artigianato conta il lavoro che si farà dopo. «Ci sono già sei progetti, tutti finanziati», spiega l’assessore allo Sviluppo economico Cecilia Del Re. Progetti che sono arrivati da una collaborazione tra il dipartimento Dida della Facoltà di Architettura dell’Università di Firenze e verranno sviluppati da sei gruppi di studenti selezionati dalle cinque scuole legate alla creatività presenti in città: Ied, Isia, Polimoda, Università di Firenze e Accademia di belle arti. Il Gruppo di lavoro «città creativa Unesco» è coordinato da Giuseppe Lotti e composto da Eleonora Trivellin, Pietro Meloni, Valentina Frosini. Progetti (3 locali, 3 internazionali) concreti e collaborativi, quelli che verranno presentati per la candidatura: hanno infatti partecipato attivamente agli incontri e agli otto tavoli tematici che si sono svolti a partire dall’aprile scorso per l’individuazione delle sei linee progettuali da proporre per il bando 2019 oltre 50 tra associazioni, organismi e soggetti legati al settore dell’artigianato nel territorio fiorentino. Il bando parte nella primavera dal prossimo anno, solo nel 2019 quindi sapremo se l’Unesco dirà sì a Firenze come «città creativa dell’artigianato».