Corriere Fiorentino

Sposa bambina venduta, padre condannato a 13 anni di carcere

- Valentina Marotta

Il padre l’aveva promessa in sposa e venduta per 15 mila euro. Poi ha segregato in casa la figlia di 13 anni, impedendol­e di frequentar­e la scuola e incontrare gli amici perché rimanesse illibata fino alle nozze. L’uomo, 50 anni serbo di Obilic, è colpevole di riduzione in schiavitù per la Corte d’assise che ieri, dopo cinque ore di camera di consiglio, l’ha condannato a 13 anni di reclusione e dichiarato decaduto dalla potestà genitorial­e. La Procura aveva chiesto 16 anni. L’uomo, difeso dagli avvocati Luciano Arcudi e Marco Ammannato, ha ascoltato il verdetto senza dire una parola ed è ritornato a Solliccian­o dove è rinchiuso da un anno. Non c’è Mina, l’ex sposa bambina: è diventata maggiorenn­e e vive lontano da Firenze. «Mio padre — ha commentato ieri dopo la sentenza — ha sempre detto di non aver paura di andare in galera se mi avesse ucciso. L’ho accontenta­to: lui è in galera e io sono sempre viva». Dopo aver denunciato il padre non si è costituita parte civile: «Ho spezzato ogni legame con la mia famiglia e non voglio risarcimen­ti», aveva detto. È ritornata a scuola e ha ricomincia­to a scrivere poesie. «È una ragazza coraggiosa — dice il difensore Elena Navello — per lei inizia una nuova vita». Di coraggio, la ex bambina, prigionier­a del padre per tre anni, ne ha da vendere. «Mi sono ribellata alla tradizione rom — aveva spiegato — ma sono salva anche per il coraggio di un ragazzino siciliano conosciuto sulla chat di un gioco». Nel 2013 Mina, appena superati gli esami di terza media, vuole continuare a studiare. Ma il padre la vende a un ragazzo rom che vive in Francia. Lei riceve orecchini d’oro, suo padre un acconto di 5mila euro. In cambio, la ragazzina deve dimagrire, chiudere con la scuola, imparare a cucinare, rimanere vergine fino al matrimonio. La piccola può uscire da casa per fare la spesa solo insieme ai fratelli. Ha solo un cellulare, senza scheda sim, che usa per giocare a Clash of Clans. Ed è grazie a quel videogioco e a una connession­e wifi che entra in contatto con il ragazzo siciliano che la salverà.

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