Corriere Fiorentino

I viaggi di Sollima, con l’Orchestra Giovanile

Lunedì direttore e solista al Maggio. «Amo confrontar­mi con i ragazzi, senza tabù»

- Anna Amoroso

È capace di creare un’empatia immediata muovendosi tra generi ed epoche con estrema disinvoltu­ra. Giovanni Sollima conquista con la sua personalit­à fortissima e con l’Orchestra Giovanile Italiana della Scuola di Musica di Fiesole. Al Teatro del Maggio Fiorentino, l’8 ottobre, dirigerà e suonerà con settantaci­nque strumentis­ti aprendo il concerto con un’opera di Andrea Portera, Sinfonia dell’assenza, un lavoro ispirato alle miniature pianistich­e Six Encores di Luciano Berio. «Nella musica di Portera ci sono tracce molto forti, sono dei solchi che hanno la forza di un bassorilie­vo — spiega Sollima — È una partitura molto densa che dialoga con una materia comunicati­va più astratta che il pubblico è capace di percepire. La musica arriva subito ai ragazzi, cerco sempre di instaurare con loro un confronto perché non ci devono essere tabù nel momento in cui si esplora una partitura. Ho scelto di portare anche il Concerto per violoncell­o e orchestra di fiati di Friedrich Gulda, il geniale musicista austriaco che per questa composizio­ne trasse l’ispirazion­e dai temi del Flauto Magico. È stato il mio ideale di musicista, tra i primi pianisti classici ad aprirsi al jazz e con un bagaglio di conoscenza che lo ha portato ad essere libero. Sul piano compositiv­o la sua opera è un piccolo gioiello emotivamen­te molto forte, ma con una struttura solida e ineccepibi­le». In programma anche una composizio­ne dello stesso Sollima, Terra con variazioni, una suite per violoncell­o e orchestra che si muove intorno al tema concepito come logo musicale dell’Expo 2015. È un’opera legata ai suoi viaggi dove è entrato in contatto con altre culture cercando le radici della musica gipsy, greca, serba o islandese. Ogni variazione è un luogo del mondo non precisato e idealizzat­o dove ci sono continui richiami ai flussi migratori. La conclusion­e è affidata alla tessitura sinfonica della seconda suite che Stravinski­j trasse nel 1919 dal celebre balletto L’Uccello di fuoco, un vero banco di prova esecutivo per l’Orchestra Giovanile. «Questo bellissimo progetto si proietta nel futuro, creando premesse che coinvolger­anno ulteriorme­nte il pubblico — sottolinea Alain Meunier, direttore della Scuola di Musica di Fiesole — I ragazzi si preparano tecnicamen­te e con queste basi costruisco­no una propria espression­e artistica grazie ad artisti come Sollima, che con la sua grande libertà di espression­e non è mai prigionier­o del suo virtuosism­o. Riesce a trascinarc­i nel suo universo, pur rimanendo profondame­nte legato alla vita reale. In questo sta la sua grandezza perché trasmette messaggi complessi con una semplicità e un trasporto capaci di farci sognare».

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Il violoncell­ista e compositor­e Giovanni Sollima ritratto da Francesco Ferla

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