Una cittadella delle arti nell’ex cinema
A gennaio apre una scuola di danza. Poi teatro, spazi per la musica, palestra e negozi
Il cinema Manzoni chiuse dieci anni fa. Da allora in via Mariti c’è stato solo un grande buco nero. Tanti progetti falliti fino ad oggi. O meglio da gennaio quando negli oltre mille metri quadrati di spazio aprirà una scuola di danza e a seguire un teatro, spazi per la musica, palestra e negozi.
In questi 10 anni gli è stato attribuito qualsiasi destino: doveva diventare un complesso residenziale e in seguito si fece strada l’ipotesi di un garage, ma anche quello fu un buco nell’acqua. Ora però l’ex cinema Manzoni, uno dei più capienti della città con i suoi oltre mille metri quadrati in via Mariti, rinasce davvero: a gennaio diventerà una «Accademia» multidisciplinare, per la quale sono stati investiti più di 500 mila euro. Per adesso L’Accademia del Teatro Manzoni è un cantiere e la scuola di arti dello spettacolo Dance Performance che ne ha preso possesso non vuole dire chi sono gli investitori che la sostengono. Ma a gennaio — a 10 anni esatti dalla chiusura — aprirà i battenti: sarà scuola di danza, canto, recitazione, musical, hip-hop, burlesque, danza del ventre, drammaturgia, narrativa, sede espositiva, palco per esibizioni teatrali e musicali, spazio fitness e sala convegni. E già da oggi sono aperte le iscrizioni (tel 055.484210).
«Dopo 20 anni passati in via Fabbroni, sentivamo la necessità di allargarci — spiega la presidente Donatella Cantagallo che fa lezione a circa 400 allievi all’anno e che divide i compiti di direzione con altri due ballerini e maestri, Gabriele Palloni e Enzo Pardeo — In questo luogo il valore aggiunto è il teatro che stiamo ricavando dall’ex cinema, e oltre alla parte didattica ospiteremo anche una libreria, un negozio di articoli per la danza e un bar-ristorante».
Apre «uno spazio per la città creato con soldi privati — aggiunge — E la risposta del quartiere è incoraggiante: si sentiva la mancanza del Manzoni». Il proprietario dell’immobile è sempre la stessa famiglia dai tempi del cinema (che avrebbe voluto cambiarne la destinazione d’uso) e che ora affitta il fondo a una piccola città delle arti che guarda al polo universitario e al centro commerciale che sorgerà subito di fronte (fra qualche mese i lavori). Con la particolarità che andrà a coprire una delle storiche lacune della geografia teatrale fiorentina, quella dei teatri di medie dimensioni, una via di mezzo tra i teatri da oltre 600 posti come la Pergola e quelli di meno di 200 come l’Alfieri: «Nessuna competizione — aggiungono — ma un’opportunità in più». La struttura concepita su tre piani: uno per gli spettacoli, uno per gli uffici, uno per le aule e la palestra, oltre alla parte commerciale.