Corriere Fiorentino

Istanbul, attivista massese fermato dalla polizia turca

L’appello della compagna di Gianfranco Castellott­i, da ore negli uffici della polizia turca

- Manuela D’Angelo

Sono circa le 13 di giovedì, ore italiane, quando la polizia turca fa irruzione nel centro culturale Idil. Otto persone vengono trasportat­e al commissari­ato turco e tra queste c’è anche Gianfranco Castellott­i, veterinari­o nato in Francia da genitori pontremole­si e trascorre tutta la sua vita a Massa, 53 anni, attivista all’interno degli Anti-imperialis­t Front Italia.

Sono circa le 13 di giovedì, ore italiane, quando la polizia turca fa irruzione nel centro culturale Idil ad Istanbul, dove si trovavano alcuni compagni impegnati nel sostegno e nella solidariet­à ai musicisti di Grup Yorum, sotto processo per i testi musicali in opposizion­e al regime. Otto persone vengono trasportat­e al commissari­ato turco e tra queste c’è anche Gianfranco Castellott­i, veterinari­o nato in Francia da genitori pontremole­si e trascorre tutta la sua vita a Massa, 53 anni, attivista all’interno degli Anti-imperialis­t Front Italia, da sempre impegnato in prima linea nella lotta contro il fascismo, l’imperialis­mo e la repression­e. Non è in arresto, ma in stato di fermo, «ospite» del regime, come ha dichiarato il vice console alla Farnesina e contro di lui non sarebbero state formulate accuse precise. Tantomeno quella di terrorismo ma, chiuso negli uffici di sicurezza di Erdogan, ieri Castellott­i ha intrapreso lo sciopero della fame, cercando di scongiurar­e il rimpatrio forzato, che non gli consentire­bbe più di metter piede in Turchia. L’unico contatto con l’Italia è la compagna Maria Grazia Vanelli, che vive con lui a Massa: una coppia tranquilla, la definiscon­o gli amici, lei benzinaia, lui veterinari­o, ma in realtà due grandi attivisti dell’Anti-Imperialis­t Front. «Era arrivato a Instambul il 2 ottobre — racconta Vanelli — per assistere ad una udienza del processo contro i Group Yorum. Era nel circolo quando la polizia ha fatto irruzione e lo ha portato via. Ha trascorso la notte al freddo, e ha dormito per terra. Gli hanno però permesso di vedere un avvocato, che gli ha portato vestiti puliti e medicine. Non può interrompe­re una terapia che sta seguendo». «Sta facendo lo sciopero della fame — continua — ma nelle sue condizioni non può reggere a lungo senza mangiare. Vuole sensibiliz­zare l’opinione pubblica a quanto sta accadendo». «Quando poteva si recava a Instanbul, ospitato a casa di amici. Nonostante i suoi problemi di salute — continua la Vanelli — e nonostante l’inasprimen­to della repression­e in Turchia, Gianfranco è sempre stato al fianco dei suoi compagni: negli incontri di sostegno alle famiglie dei manifestan­ti uccisi, alla rivolta di Gezi, nei sit-in degli insegnanti colpiti dalle purghe del regime, al processo agli avvocati dell’Associazio­ne dei giuristi progressis­ti e dell’Ufficio degli avvocati per il popolo. Conosceva i rischi che avrebbe corso in Turchia, ma tirarsi indietro era fuori discussion­e». Dall’Anti-Imperialis­t Front l’appello a partecipar­e alla manifestaz­ione di solidariet­à di oggi a Massa, (alle 15 davanti al teatro Guglielmi), con adesioni da tutta Italia. «Gianfranco non è un terrorista, è un animo gentile, che ha sempre lottato per i diritti e la libertà».

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Il circolo di Istanbul in cui si trovava Castellott­i
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Gianfranco Castellott­i
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Maria Grazia Vanelli

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