L’allarme di Marcello Pera: «Attenti al laboratorio politico Cinque Stelle-Carroccio»
Toscana 2020, alle elezioni regionali si fronteggiano tre coalizioni: il centrosinistra, l’alleanza tra Lega e Cinque Stelle e quello che resta del centrodestra. Fantapolitica? Non per Marcello Pera, ex presidente del Senato, padre nobile del centrodestra versione 2001: «Se il governo Conte reggerà — dice — in Toscana accadrà esattamente questo».
Presidente, il centrodestra toscano sembra cambiare pelle. La forza trainante è già da qualche anno la Lega, che ora sarà guidata dalla sindaca di Cascina Susanna Ceccardi. Che effetto le fa?
«Aspetti un momento, devo prima finire il Confiteor di Berlusconi».
Mi perdoni: che cos’è? «Confiteor Dei onnipotenti, qui peccavi nimis verbo, opere, referendarumque operatione. Signore, ho proprio sbagliato, al referendum feci una bischerata, e ti chiedo perdono. Feci votare Forza Italia come Salvini e Di Maio, e ora non abbiamo più un voto. Ecco che effetto mi fa: di quello che pensava che sarebbe tornato a governare l’Italia e d’improvviso si trova in uno scantinato, al buio e con poche speranze. So che i nostri bravi parlamentari toscani non lo possono dire, e così mi sacrifico per loro».
La Lega a guida Ceccardi dice no alla pista da 2.400 di Peretola, facendo arrabbiare Forza Italia e Fratelli d’Italia favorevoli da sempre al potenziamento dell’aeroporto. Ora che secondo i sondaggi il centrodestra può diventare maggioranza in Toscana, non paradossale questa spaccatura?
«Guardi che c’è un equivoco. “Centrodestra” prima voleva dire Forza Italia più Lega più Alleanza Nazionale. Ora vuol dire Salvini pressoché da solo. Ha quasi costruito il partito unico, certo il partito che assorbe e trascina gli altri. E quindi può fare come gli pare».
Anche cambiare i programmi elettorali?
«Anche. Su Peretola hanno capito che ci sono resistenze soprattutto a Pisa e sono a caccia di voti. Non badano a spese, tanto poi, se vincono, fanno come a Roma: c’è il contratto, ma si può sempre rivedere. È obbligatorio flessibile. Categorico ipotetico».
Ceccardi ha pure gettato un ponte verso i Cinque Stelle, proponendo liste miste nei piccoli Comuni. La Toscana può diventare il laboratorio di un’alleanza elettorale LegaM5S?
«Può accadere, e se da oggi alle Regionali il governo nazionale avrà resistito, accadrà, magari tramite qualche accorgimento tecnico, che poi è solo politica mascherata. Dopotutto, avendo in mano l’Italia, perché dovrebbero rifiutare la Toscana? Al poter non si comanda».
Sta di fatto che questo centrodestra a trazione leghista ha conquistato fortini della sinistra come Pisa e Pistoia, risultati che il suo vecchio centrodestra si sognava. Avete sbagliato voi allora, con quella impostazione moderata e per alcuni troppo morbida verso il centrosinistra?
«Noi eravamo liberali moderati, quando, caduto il sistema Dc, il moderatismo liberale divenne richiesta diffusa. Non siamo stati bravi, non abbiamo fatto la rivoluzione e ora ci sorbiamo la controrivoluzione. Mea culpa, mea culpa, mea máxima culpa. Ora è tutto cambiato. L’Italia della Lega e dei Cinque Stelle è giacobina. Democrazia diretta, irrisione delle istituzioni, salto delle procedure, caccia al colpevole, taglio delle teste, precetti morali imposti per legge, minacce di galera, polemiche con la stampa, superamento delle difficoltà interne con la guerra all’esterno, cioè all’Europa. Questa è la cultura di Di Maio, scusi l’ossimoro, e Salvini, che pure ne aveva un’altra, per ora la asseconda».
Ma stante così il quadro politico, lei alle Regionali del 2020 cosa voterà? Il Pd immagino di no...
«Io ho solo due speranze. Spero che Renzi si prenda il partito toscano e stavolta cacci la sua sinistra. E poiché gli elettori di Renzi hanno le stesse idee ed esigenze sociali di quelli di Forza Italia, spero che Forza Italia partecipi alla formazione del Partito della Nazione. Ecco, questo sarebbe il nostro laboratorio toscano. In ritardo, ma entusiasmante, no? ».
Lei torna sempre a Renzi e Berlusconi, presidente.
«Ha ragione, ma se tutto si rimescola, perché non tentare nuove strade? Alle Europee, la battaglia sarà campale, per la prima volta sarà storica. L’Ue è sul punto di morire: non ha idee, non ha coraggio, non ha leader. Aveva due promesse principali, pace e benessere. Siccome i popoli se ne fidano sempre meno, potrebbe scomparire del tutto, lasciandoci alle soglie di un’altra guerra. Io ne ho paura, e sono così disperato che mi ritrovo a raccomandarmi ancora una volta a Renzi e Berlusconi. Certo, ci vorrebbe che la fortuna ci aiutasse e che, mentre quei due si mettono d’accordo, un bravo giovane venisse su, li fregasse entrambi e ne prendesse il posto. Confitemur».
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L’alleanza possibile
Se il governo Conte regge fino alle Regionali, tra Lega e Cinque Stelle ci sarà un patto anche qui
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Dal 1994 a ora
Oggi “centrodestra” vuol dire Salvini e basta Noi liberali e moderati dobbiamo fare mea culpa
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Dopo il Pd e Forza Italia Io spero che la nostra regione ospiti un altro laboratorio, quello del Partito della Nazione