Corriere Fiorentino

SE LA COSTA SCIVOLA A SUD

- Di Mario Lancisi

La torre Fiat che con i suoi 52 metri di altezza svetta su Massa e sul litorale apuano è uno dei simboli sociali e economici del legame storico tra la costa tirrenica e il nord del Paese. Lì sono stati ospitati, a partire dagli anni Trenta, i figli degli operai della Fiat mentre gli Agnelli vestivano alla marinara a Forte dei Marmi. Anche altre grandi aziende avevano le loro colonie, da Olivetti, alla Montedison, a Ettore Motta, a capo dell’ Edison. Turismo di élite — basti pensare a Forte dei Marmi — e turismo di ceti medi e popolari. Non a caso la crisi di molte grandi aziende del nord hanno dato il la ad una profonda e dolorosa deindustri­alizzazion­e che è la prima ragione per cui gran parte della costa è assimilata più ai parametri economici del sud che del nord. L’Europa è un continente di regioni più che di nazioni e la Toscana è stata sempre in bilico. Con numeri da regione ricca e europea, altri invece da profondo sud. Ecco perché l’asse che si sta delineando tra Firenze e Milano, tra la zona centrale e più ricca della Toscana con l’Europa, non può lasciare indifferen­te e ai margini la costa. La nostra è una regione che storicamen­te è stata, soprattutt­o con Livorno, una porta sul Mediterran­eo, ma che ha avuto e continua ad avere forti interessi economici con il nord del Paese. Basti pensare, ad esempio, al turismo, al vino (ormai sono numerosi i produttori nordici) e anche al marmo con il connubio tra il distretto lapideo di Carrara con quello veneto di Verona. Anche per la costa, come già per Firenze, per sviluppare e incrementa­re le relazioni economiche e commercial­i con Milano e il nord mancano però le alle 6 ore e mezzo. Intorno alle cinque ore, se il traffico scorre, è necessario in auto. Sono tempi non europei. Ma nonostante questo la Tirrenica è stata rimessa nel cassetto tra i cin cin di molti amministra­tori locali, a cominciare dal sindaco di Grosseto, l’Alta Velocità neanche a parlarne e la Pontremole­se è ancora da finire (e la sua importanza per il trasporto del marmo è decisiva). Di fronte a questo scenario di ritardi e immobilism­o, i primi passi del nuovo governo non si sono caratteriz­zati ad oggi come una possibile soluzione ma come parte del problema. Che senso ha ad esempio da parte della Lega e della sindaca di Cascina Susanna Ceccardi riportare la Toscana indietro con le lancette dell’orologio ai tempi della guerra degli aeroporti tra Pisa e Firenze? Il campanilis­mo come cifra politica può nell’immediato far guadagnare di voti, ma in prospettiv­a il rischio per la costa tirrenica è di scivolare sempre più a sud. Di acuire la sua crisi.

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