Sviluppo sì, sviluppo no Le due anime della Lega
La Lega sembra compattissima dietro a Matteo Salvini, ma in realtà ha più anime. Come dimostra la divisione in Toscana tra chi è favorevole alla nuova pista di Peretola e chi è contrario.
La Lega sembra apparentemente compatta dietro Matteo Salvini, ma sui territori l’ex partito secessionista dimostra di avere più anime. Nel Nord Est c’è per esempio Luca Zaia, in Lombardia c’è Roberto Maroni. Provano a opporsi alla deriva assistenzialista del governo, promossa dai Cinque Stelle ma avallata anche dalla Lega.
In Toscana la doppia campagna elettorale — quella fiorentina e quella per le elezioni regionali di fatto già cominciata — ha svelato le diversità di vedute nel Carroccio. La questione principale riguarda le infrastrutture, l’aeroporto di Peretola, la cui espansione è materia di discussione ormai decennale. Ecco, in Toscana i leghisti si dividono in sviluppisti e antisviluppisti. Susanna Ceccardi, consigliere del ministro dell’Interno Matteo Salvini e sindaco di Cascina, di recente ha detto che la Toscana soffre «un gap infrastrutturale che però non riguarda le linee aeree. Lo sviluppo turistico della Toscana non passa dall’ampliamento o meno dell’aeroporto di Firenze. Passa da altri temi. Per razionalizzare le risorse pubbliche, le priorità sono altre».
Non la pensa così Guglielmo Picchi, ex Forza Italia, che rivolgendosi a Dario Nardella ha confermato il suo impegno a favore dell’aeroporto. «Farò la mia parte per la mia città», ha detto il sottosegretario agli Esteri, che coltiva peraltro da tempo l’intenzione di candidarsi a sindaco. Picchi non è da solo. Negli ultimi mesi il senatore Manuel Vescovi è più volte tornato sull’argomento. A gennaio dopo una disavventura aerea ha detto di aver potuto «toccare con mano, ma fatti similari avvengono con preoccupante continuità l’inadeguatezza dello scalo aeroportuale fiorentino. Di rientro da Londra, infatti ci veniva comunicato che non avremmo potuto atterrare a Firenze per avverse condizioni meteo. Quindi ci hanno dirottato su Roma, anche Pisa, dunque, non era disponibile all’uopo, e con un pullman ci hanno, poi, finalmente, portato nel capoluogo regionale». Vescovi non era solo, “assieme a me vi era pure un nutrito gruppo di turisti che erano giustamente sorpresi ed adirati per quanto successo. Non c’è che dire davvero un bel biglietto da visita per una città visitata da milioni di persone; il tutto per un po’ di pioggia ed una leggera foschia… Insomma sono da anni che si parla, a Firenze, della questione aeroporto, ma a quanto pare, le criticità sono palesemente e colpevolmente irrisolte per la gioia dei passeggeri…».
A giugno aveva auspicato dunque «l’ampliamento» di Peretola per farlo diventare «un aeroporto serio, un business airport di livello europeo».
Comprensibile che la Confindustria fiorentina e toscana abbia non poche perplessità, di fronte ai nuovi comitati del No versione felpastellati. È anche a loro che il presidente di Confindustria Firenze Luigi Salvadori si è rivolto quando ha detto che l’azione di governo «si misura dai risultati, non dagli obiettivi gridati o dai tweet». Risultati che non possono arrivare se a comandare è la «popolocrazia», ha aggiunto Salvadori prendendo spunto dall’ultimo libro di Ilvio Diamanti e Marc Lazar. E d’altronde, ha spiegato in questi giorni Paolo Campinoti, presidente di Confindustria Sud, a proposito dello scontro sull’aeroporto, nella Lega «parlano come Rifondazione comunista. Sì, mi pare proprio che fra Lega e Rifondazione dal punto di vista economico ci sia poca differenza. Lo ammetto, sono preoccupato. E mi stupisco che chi viene dal Nord produttivo avalli scelte assistenzialiste tipiche del meridionalismo a Cinque Stelle». Peraltro, ha aggiunto, «è difficile che in un governo possano coesistere a lungo due anime così diverse, da una parte c’è l’ala cubana, dall’altra l’imprenditore brianzolo. È chiaro che quello fra Lega e Cinque Stelle è un matrimonio d’interesse, ma prima o poi questa contraddizione dovrà scoppiare». Intanto però stanno emergendo le prime contraddizioni forti anche nella Lega. Le infrastrutture per una regione come la Toscana non sono cose di poco conto. Il centrosinistra potrebbe anche approfittarne, se non avesse al suo interno lacerazioni analoghe a quelle degli avversari. Queste divisioni leghiste peraltro potrebbero non essere le uniche, visto che c’è chi come Ceccardi avanza l’idea di un accordo con i Cinque Stelle anche a livello locale, nei piccoli centri, per dare vita a liste felpastellate. Se passasse questa linea, la Lega si troverebbe ancora una volta a cercare compromessi con il partito di Grillo. Per il Carroccio c’è il rischio dello snaturamento.
❞ Le divisioni interne sull’ampliamento dell’aeroporto di Firenze hanno fatto emergere le due anime del Carroccio Il centrosinistra potrebbe approfittarne, se non vivesse lacerazioni interne molto simili