Corriere Fiorentino

Jovanotti canta per Dynamo «L’indifferen­za è disabilità»

Concerto a sorpresa a Limestre. Oggi open day per bambini e genitori

- Jacopo Storni © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

❞ Il fondatore Manes Dodici milioni di euro di donazioni in dieci anni? Nasce tutto dalla semplicità delle intenzioni

«La vera disabilità è quella del cuore». Lorenzo Jovanotti sale sul palco di Dynamo Camp e scalda il pubblico. Canta «Oh, vita», poi lancia il suo monito contro l’indifferen­za: «Esiste una disabilità molto grave, quella dell’anima, quella delle persone che, pur non essendo disabili reali, vivono una disabilità profonda, quella del cuore. Se queste persone riuscisser­o a intercetta­re le altre disabilità, guarirebbe­ro, per questo mi viene voglia di proporre un campus per le persone che hanno la disabilità del cuore, che sono così non per cattiveria, ma perché non hanno mai intercetta­to situazioni difficili».

Lunghi applausi per il cantautore toscano, ieri mattina alla prima giornata di Open Day a Dynamo Camp, il campus sulla montagna pistoiese che ogni anno accoglie in vacanza centinaia di bambini affetti da patologie gravi. «Il valore che Dynamo mette in campo — ha detto Jovanotti — lo condivido profondame­nte, penso davvero che l’unica cosa che possiamo fare è metterci a disposizio­ne per trasformar­e la realtà, questa è la magia».

Anche oggi porte aperte a Dynamo Camp. Si potrà visitare il grande parco e sperimenta­re le attività del campus, dall’arrampicat­a al tiro con l’arco, dall’equitazion­e alle attività coi cani. Ieri mattina l’incontro rivolto alle istituzion­i, ai volontari e agli amici. Tra gli ospiti anche Noa, bambina senese affetta da retino blastoma. A Dynamo si è innamorata della musica, del ballo. «Quando ballo mi sento felice, la musica è emozione». Sullo schermo hanno sfilato le storie dei piccoli ospiti del campus. C’è Matteo, 6 anni, sordo dalla nascita. Parla il linguaggio dei segni. E sorridendo dice: «Mi sono piaciute tutte le attività, ma di più la piscina perché abbiamo fatto i giochi nell’acqua». Quelle che sembrano condanne, a Dynamo sembrano trasformar­si in occasioni per ripensare se stessi. Dice Serena Porcari, vicepresid­ente di Dynamo: «I bambini arrivano qui disabili e tornano a casa disabili, ma ogni sfida diventa un punto di forza per la famiglia, e spesso si ritrova la fiducia in se stessi». Proprio come dice un babbo: «Abbiamo ritrovato la dignità di essere genitori e riscoperto la voglia di vivere».

Un posto per sentirsi meno soli Dynamo Camp, che nel 2018 ha accolto 1.041 bambini, con 939 volontari, 185 lavoratori, 66 patologie, con prevalenza di malattie oncologich­e, neurologic­he e diabete. Tra i bambini del campus, anche una piccola toscana non vedente: «Io vedo attraverso il cuore, non vedere diventa qualcosa di teorico, a volte me lo scordo di non vedere». Secondo lei, ci sono due categorie di persone al mondo: «Quelle buone e quelle menefreghi­ste». Nel mondo esistono ancora tantissime persone della prima categoria. Altrimenti sarebbe impensabil­e che in 10 anni le donazioni a Dynamo siano aumentate arrivando a 12 milioni. Non ci sono segreti particolar­i, secondo Enzo Manes, fondatore di Dynamo: «Nasce tutto dalla semplicità delle intenzioni».

 ??  ??
 ??  ?? A sinistra Jovanotti e Enzo Manes sul palco di Dynamo, nella foto grande una trampolier­a e un ragazzo in costume accolgono gli ospiti a Limestre
A sinistra Jovanotti e Enzo Manes sul palco di Dynamo, nella foto grande una trampolier­a e un ragazzo in costume accolgono gli ospiti a Limestre

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy