Corriere Fiorentino

Il diario di Elena Corsini e quelle opere salvate

- Di Luca Scarlini

Elena Corsini appartenev­a alla famiglia torinese dei Collobiano: era nata nel 1903 nella città subalpina. Si era sposata con Tommaso Corsini, da cui aveva avuto cinque figli. La recente, assai apprezzabi­le, iniziativa, ospitata all’interno de L’eredità delle donne, con il titolo Prima i bambini, i libri, i quadri, narrava quanto la gentildonn­a avesse fatto, con grande coraggio e notevole spirito di iniziativa, per salvare la collezione importanti­ssima del palazzo sul Lungarno. Anche se era proibito, la signora tenne un diario per non dimenticar­si niente di quello che accadeva: escogitò un sistema di marcature delle casse con le bande rosse e blu dello stemma gentilizio e numeri progressiv­i, che le permise di recuperare le opere senza troppa difficoltà dagli Uffizi dove erano state depositate, per evitare razzie e bombardame­nti. Non riuscendo a piazzare tutto sotto l’egida del sovrintend­ente Poggi, mise altri oggetti alla Villa delle Corti a San Casciano, sfidando le incursioni aeree e riuscì a piazzare altri preziosi oggetti sotto la Cappella Brancacci, in segreto totale, in un luogo a cui si poteva accedere solo dalla clausura. Pietro Annigoni fece alla signora un intenso ritratto sullo sfondo di un paesaggio tra campagna e montagna: dopo la guerra inglesi in visita lo apprezzaro­no e pensarono di commission­are all’artista il celebre ritratto della regina Elisabetta II.

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Elena Corsini
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