Il diario di Elena Corsini e quelle opere salvate
Elena Corsini apparteneva alla famiglia torinese dei Collobiano: era nata nel 1903 nella città subalpina. Si era sposata con Tommaso Corsini, da cui aveva avuto cinque figli. La recente, assai apprezzabile, iniziativa, ospitata all’interno de L’eredità delle donne, con il titolo Prima i bambini, i libri, i quadri, narrava quanto la gentildonna avesse fatto, con grande coraggio e notevole spirito di iniziativa, per salvare la collezione importantissima del palazzo sul Lungarno. Anche se era proibito, la signora tenne un diario per non dimenticarsi niente di quello che accadeva: escogitò un sistema di marcature delle casse con le bande rosse e blu dello stemma gentilizio e numeri progressivi, che le permise di recuperare le opere senza troppa difficoltà dagli Uffizi dove erano state depositate, per evitare razzie e bombardamenti. Non riuscendo a piazzare tutto sotto l’egida del sovrintendente Poggi, mise altri oggetti alla Villa delle Corti a San Casciano, sfidando le incursioni aeree e riuscì a piazzare altri preziosi oggetti sotto la Cappella Brancacci, in segreto totale, in un luogo a cui si poteva accedere solo dalla clausura. Pietro Annigoni fece alla signora un intenso ritratto sullo sfondo di un paesaggio tra campagna e montagna: dopo la guerra inglesi in visita lo apprezzarono e pensarono di commissionare all’artista il celebre ritratto della regina Elisabetta II.