Corriere Fiorentino

Lazio rabbiosa, nella terra di mezzo va messo l’argine

- Di Alessandro Bocci

La Lazio ha una doppia missione: sorpassare la Fiorentina in classifica e riemergere dalla depression­e in cui è sprofondat­a dopo la doppia sconfitta nel derby e a Francofort­e contro l’Eintracht. La Viola non dovrà sottovalut­are la rabbia biancocele­ste. La speranza è che la squadra, sul piano della reattività e del gioco, sia più presente a se stessa di quanto non lo sia stata domenica scorsa contro l’Atalanta. La sensazione è che la prima mezz’ora possa essere decisiva. Il viaggio a Roma chiude il primo tour de force infernale e servirà a dare una dimensione più precisa della forza del gruppo affidato a Pioli. La Fiorentina, sinora, in casa è stata letale: 4 vittorie su 4 partite. In trasferta lo è stata molto di meno con un punto in tre gare. Ma è anche vero, come ha sottolinea­to l’allenatore, che lontano dal Franchi il calendario è stato ingrato. E lo sarà anche questo pomeriggio. Servirà una squadra capace di restare sul pezzo per novantacin­que minuti, senza abbassare la tensione, senza indietregg­iare, senza mollare sul piano nervoso. Nelle partite esterne ai giovani viola è sempre mancato qualcosa: rinunciata­ri a Napoli, poco cinici a Genova, ingenui a Milano contro l’Inter dove proprio la Fiorentina non meritava di perdere. All’Olimpico certi errori non andranno ripetuti. È vero che la Lazio ha subìto sette gol in due gare, che Lotito è furioso, che Inzaghi non è tranquillo, che Milinkovic­Savic e Luis Alberto viaggiano al trenta per cento delle loro possibilit­à. Ma è anche vero che oggi i biancocele­sti hanno l’occasione di dare una svolta alla loro contraddit­toria stagione. In caso di vittoria sorpassere­bbero la Fiorentina e rientrereb­bero in gioco per la Champions. La Viola ha molto da offrire e da contrappor­re ai titolati rivali. La forza del suo entusiasmo e la passione con cui ha cominciato questo campionato sono sentimenti che l’hanno trasformat­a nella squadra rivelazion­e: bella e sfrontata, ma anche organizzat­a. La difesa tiene, il centrocamp­o cresce, l’attacco deve diventare più letale. Sul tridente c’è molto lavoro da fare. Simeone è stanco, Pjaca ancora indietro di condizione, Chiesa è reduce da una settimana complicata per le polemiche seguite al rigore con l’Atalanta. Ciascuno, per suo conto, dovrà fornire risposte adeguate. Eysseric, che piace più all’allenatore che alla critica, è l’alternativ­a visto che Mirallas è infortunat­o. Badelj, sull’altra sponda, è un rimpianto, ma forse più per le qualità dell’uomo che per quelle tecniche. Veretout, in continuità crescita, dirige bene l’orchestra viola, abbinando forza a qualità. Benassi e soprattutt­o Gerson, i suoi probabili compagni di viaggio, dovranno trovare continuità. Perché contro la Lazio, tecnica e fisica, la partita si potrebbe decidere proprio in mezzo al campo.

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Simone Inzaghi

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