Lazio rabbiosa, nella terra di mezzo va messo l’argine
La Lazio ha una doppia missione: sorpassare la Fiorentina in classifica e riemergere dalla depressione in cui è sprofondata dopo la doppia sconfitta nel derby e a Francoforte contro l’Eintracht. La Viola non dovrà sottovalutare la rabbia biancoceleste. La speranza è che la squadra, sul piano della reattività e del gioco, sia più presente a se stessa di quanto non lo sia stata domenica scorsa contro l’Atalanta. La sensazione è che la prima mezz’ora possa essere decisiva. Il viaggio a Roma chiude il primo tour de force infernale e servirà a dare una dimensione più precisa della forza del gruppo affidato a Pioli. La Fiorentina, sinora, in casa è stata letale: 4 vittorie su 4 partite. In trasferta lo è stata molto di meno con un punto in tre gare. Ma è anche vero, come ha sottolineato l’allenatore, che lontano dal Franchi il calendario è stato ingrato. E lo sarà anche questo pomeriggio. Servirà una squadra capace di restare sul pezzo per novantacinque minuti, senza abbassare la tensione, senza indietreggiare, senza mollare sul piano nervoso. Nelle partite esterne ai giovani viola è sempre mancato qualcosa: rinunciatari a Napoli, poco cinici a Genova, ingenui a Milano contro l’Inter dove proprio la Fiorentina non meritava di perdere. All’Olimpico certi errori non andranno ripetuti. È vero che la Lazio ha subìto sette gol in due gare, che Lotito è furioso, che Inzaghi non è tranquillo, che MilinkovicSavic e Luis Alberto viaggiano al trenta per cento delle loro possibilità. Ma è anche vero che oggi i biancocelesti hanno l’occasione di dare una svolta alla loro contraddittoria stagione. In caso di vittoria sorpasserebbero la Fiorentina e rientrerebbero in gioco per la Champions. La Viola ha molto da offrire e da contrapporre ai titolati rivali. La forza del suo entusiasmo e la passione con cui ha cominciato questo campionato sono sentimenti che l’hanno trasformata nella squadra rivelazione: bella e sfrontata, ma anche organizzata. La difesa tiene, il centrocampo cresce, l’attacco deve diventare più letale. Sul tridente c’è molto lavoro da fare. Simeone è stanco, Pjaca ancora indietro di condizione, Chiesa è reduce da una settimana complicata per le polemiche seguite al rigore con l’Atalanta. Ciascuno, per suo conto, dovrà fornire risposte adeguate. Eysseric, che piace più all’allenatore che alla critica, è l’alternativa visto che Mirallas è infortunato. Badelj, sull’altra sponda, è un rimpianto, ma forse più per le qualità dell’uomo che per quelle tecniche. Veretout, in continuità crescita, dirige bene l’orchestra viola, abbinando forza a qualità. Benassi e soprattutto Gerson, i suoi probabili compagni di viaggio, dovranno trovare continuità. Perché contro la Lazio, tecnica e fisica, la partita si potrebbe decidere proprio in mezzo al campo.