Corriere Fiorentino

«Sono una provincial­e e me ne vanto»

Patrizia Rossetti e la rivincita con la Ruta a «Pechino Express»: resto la ragazza di Empoli

- Edoardo Lusena edoardo.lusena@rcs.it (F. D. B.)

«Se avrei mai organizzat­o un viaggio così? Ma manco morta». Scoppia in una risata solo all’idea Patrizia Rossetti, in questi giorni tra i protagonis­ti di «Pechino Express», il reality di Rai 2, insieme a Maria Teresa Ruta con cui compone la coppia delle «signore della tv». «Non sono una avventuros­a, anzi, ho scoperto di essere “da bosco e da riviera” proprio partecipan­do a Pechino. Maria Teresa invece da quando siamo tornate — il programma è stato registrato in Africa in estate ma vige un riserbo da 007 sull’esito della gara, ndr — mi continua a dire di organizzar­e un viaggio. Io le ho detto di sì, ma che sia un viaggio comodo con qualche rara (sottolinea­to, ndr) punta di avventura. Per fortuna ho suo marito dalla mia parte».

Di Pechino Express — ogni giovedì su Raidue per altre 7 puntate — Rossetti, insieme alla compagna di avventura, è stata una delle sorprese, diventando tra i protagonis­ti più amati dai social con tanto di tripudio quando la coppia è stata salvata dall’eliminazio­ne. «All’inizio avrei dovuto partecipar­e con mio marito, poi hanno deciso per un’altra coppia (i promessi sposi, ndr)e mi hanno proposto Maria Teresa. Ci conoscevam­o poco, siamo così diverse, lei così nuvole e fiabe, io coi piedi piantati a terra, forse ha funzionato per questo. Maria Teresa Ruta è davvero così, una bambina: io la chiamo Rificolona o Scaramacai per i suoi abiti improbabil­i».

Un successo forse dovuto anche all’accento toscano che Rossetti, nata a Montaione e cresciuta a Empoli dove è rimasta fino ai 23 anni, non aveva mai mostrato prima: «L’ho fatto apposta, sono molto orgogliosa di essere toscana, quando ho cominciato in tv giustament­e i miei maestri mi hanno imposto un italiano corretto, mi è dispiaciut­o dover perdere la mia inflession­e, ma col passare degli anni mi sono resa conto che se ti sfugge un po’ di parlata va bene. A Pechino, poi, c’è tutta la vera Patrizia. Se al telefono parlo col mio babbo parlo così, ma anche a Milano (dove vive da anni, ndr), mi scappa e alla gente piace. Certo, se domani devo condurre o fare una telepromoz­ione di sicuro non parlo toscano».

Già, le telepromoz­ioni: dopo anni da primo volto di Rete 4 — con i suoi programmi fiume (Buon pomeriggio e Buona giornata) intervalla­ti dalle soap — le televendit­e sono state a lungo il luogo in cui Rossetti ha mantenuto il contatto col grande pubblico: «Non le ho mai rinnegate, perché dovrei? Le ho sempre fatte, anche quando conducevo i programmi. il Museo Ferragamo ha registrato 2.700 presenze, seguito da Palazzo Strozzi, Museo degli Innocenti e Seminario Maggiore con 1.000 visitatori ciascuno», ha detto Bona Frescobald­i, presidente di Corri la Vita Onlus, durante il brindisi di ieri nei locali di Devon & Devon, nuovo partner del progetto. «Il cancro oggi è una malattia, non una condanna ma c’è ancora bisogno di aiuto. Noi siamo dalla parte delle donne». E anche quest’anno il denaro raccolto sarà destinato a loro, continuand­o un percorso, che dal 2003 ha aiutato ben 400.000 pazienti tra Senonetwor­k, Careggi, Centro Riabilitaz­ione Oncologica di Villa delle Rose, a cui si aggiungerà presto un nuovo progetto. Piuttosto mi arrabbio quando mi chiamano annunciatr­ice, non ho mai annunciato nulla, ho sempre condotto, da quando nel 1982 feci Sanremo». Sì, perché il palco dell’Ariston che per tanti volti tv è un punto di approdo, per Patrizia Rossetti è stato quello del debutto. Ma in realtà la prima volta in tv era in «patria», sugli schermi di Antenna 5, la tv di Empoli che ha chiuso le trasmissio­ni solo lo scorso primo ottobre dopo mesi di difficoltà economiche: «Davvero? Non lo sapevo, mi dispiace molto, per me è partito tutto da lì, dopo il lavoro (da segretaria in una ditta della zona, ndr) correvo lì per leggere il tg in diretta. Ci si divertiva, era un secondo o un terzo lavoro per andare a mangiare una pizza il sabato, ma fu la mia gavetta, da lì mi scoprì e mi lanciò l’impresario Fernando Capecchi».

Così fu Sanremo, poi la Fininvest che divenne Mediaset e gli anni d’oro su Rete 4, finiti all’improvviso: «È la legge stupida dei grandi gruppi, inventammo i talk leggeri, ci chiusero perché i nostri ascolti non danneggias­sero Canale 5. Accetterei un programma, anche piccolo, con eleganza, chissà una domenica pomeriggio o una seconda serata. Il titolo ce l’ho già: “Amichevolm­ente vostra, Patrizia”».

Milanese d’adozione o empolese a Milano? «Non torno molto, quattro-cinque volte all’anno, ma col mio babbo che ha la sua vita tranquilla ci sentiamo tutti i giorni. Empoli è cambiata tanto, ma ogni volta trovo qualcuno che mi dice che si ricorda di me con le treccine. Ma la dimensione della mia città mi è rimasta dentro: a Milano non ho mai vissuto, sono sempre rimasta in provincia. Anche ora vivo a Melzo, dove giro a piedi, conosco tutti dal barista alla parrucchie­ra. Sì, sono una provincial­e e lo dico con orgoglio».

La sua prima tv Davvero ha chiuso Antenna 5? Mi dispiace molto, ho iniziato lì: conducevo il tg, era un secondo lavoro che facevo per andare a mangiare una pizza il sabato Ma è stata la mia vera gavetta

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Patrizia Rossetti, tra i protagonis­ti di «Pechino Express» su RaidueCon Maria Teresa Ruta compone la squadra delle «Signore della tv»(Foto Raiplay) Sotto, negli anni ‘90 quando su «Rete 4» conduceva «Buona giornata»
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Lo schermo empolese Accanto la scritta che campeggia dal primo ottobre sugli schermi di Antenna 5, storica tv empolese, chiusa dopo 40 anni. Qui il debutto televisivo di una giovanissi­ma Patrizia Rossetti

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