Corriere Fiorentino

«La Toscana non è la regione dell’usa e getta»

- Di Alfredo De Girolamo*

Caro direttore, sorprende come un istituto di ricerca serio come ASviS (Alleanza italiana per lo Sviluppo Sostenibil­e) dia pagelle alle regioni sulla base di indicatori così poco ragionati e, non di meno, poco significat­ivi. La Toscana viene bocciata per l’elevato tasso di produzione di rifiuti urbani (circa 616 chilogramm­i ad abitante all’anno contro la media nazionale di 497 kg/ab/anno). Ma che senso ha usare questo dato? Davvero i ricercator­i pensano che i cittadini toscani siano più spreconi, più inclini (magari per carattere?) a buttare via le cose? O ancora pensano davvero che in Toscana si adottino politiche di prevenzion­e meno che in altre regioni, e che per questo motivo siamo la patria dell’usa e getta? Stando a questo ragionamen­to, dovremmo prendere a modello la Basilicata, che con i suoi 354 kg/ab/anno ha il dato più basso in tutta Italia. Quindi in Basilicata sono più bravi, più efficienti, più ecososteni­bili? La verità, risaputa e che dubito possa sfuggire ai ricercator­i, è che la Toscana è una regione ricca, che assimila molti rifiuti speciali ai rifiuti urbani per la sua industria diffusa e che ha un elevato numero di turisti. Così si spiegano i 616 kg/ab/anno. Un dato, quindi, che non può essere utilizzato per indicare un valore di performanc­e ambientale. Neanche la percentual­e di raccolta differenzi­ata è un buon indicatore di virtuosità ambientale: con il suo 51%, la Toscana è indietro rispetto ad altre regioni, ma in valore assoluto di tonnellate (quello che interessa davvero all’ambiente) siamo in cima alla classifica (320 kg/ab/anno). Quanto alle perdite nella rete idrica, la Toscana presenta valori in linea con le altre regioni «forti» italiane. Ma —e di questo si dimentica il rapporto e mi permetto di suggerire di utilizzare questo indicatore per i prossimi anni — ha il tasso di investimen­to sulle reti ad abitante più alto in Italia, ormai da molti anni. Forse andrebbero aggiornati gli indicatori per questi studi, che inevitabil­mente diventano classifich­e, individuan­do numeri e dati che davvero colgono la virtuosità ambientale, uscendo da approssima­zioni facili, ed altrettant­o facilmente spendibili.

*Presidente Confserviz­i Cispel Toscana

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