«La Toscana non è la regione dell’usa e getta»
Caro direttore, sorprende come un istituto di ricerca serio come ASviS (Alleanza italiana per lo Sviluppo Sostenibile) dia pagelle alle regioni sulla base di indicatori così poco ragionati e, non di meno, poco significativi. La Toscana viene bocciata per l’elevato tasso di produzione di rifiuti urbani (circa 616 chilogrammi ad abitante all’anno contro la media nazionale di 497 kg/ab/anno). Ma che senso ha usare questo dato? Davvero i ricercatori pensano che i cittadini toscani siano più spreconi, più inclini (magari per carattere?) a buttare via le cose? O ancora pensano davvero che in Toscana si adottino politiche di prevenzione meno che in altre regioni, e che per questo motivo siamo la patria dell’usa e getta? Stando a questo ragionamento, dovremmo prendere a modello la Basilicata, che con i suoi 354 kg/ab/anno ha il dato più basso in tutta Italia. Quindi in Basilicata sono più bravi, più efficienti, più ecosostenibili? La verità, risaputa e che dubito possa sfuggire ai ricercatori, è che la Toscana è una regione ricca, che assimila molti rifiuti speciali ai rifiuti urbani per la sua industria diffusa e che ha un elevato numero di turisti. Così si spiegano i 616 kg/ab/anno. Un dato, quindi, che non può essere utilizzato per indicare un valore di performance ambientale. Neanche la percentuale di raccolta differenziata è un buon indicatore di virtuosità ambientale: con il suo 51%, la Toscana è indietro rispetto ad altre regioni, ma in valore assoluto di tonnellate (quello che interessa davvero all’ambiente) siamo in cima alla classifica (320 kg/ab/anno). Quanto alle perdite nella rete idrica, la Toscana presenta valori in linea con le altre regioni «forti» italiane. Ma —e di questo si dimentica il rapporto e mi permetto di suggerire di utilizzare questo indicatore per i prossimi anni — ha il tasso di investimento sulle reti ad abitante più alto in Italia, ormai da molti anni. Forse andrebbero aggiornati gli indicatori per questi studi, che inevitabilmente diventano classifiche, individuando numeri e dati che davvero colgono la virtuosità ambientale, uscendo da approssimazioni facili, ed altrettanto facilmente spendibili.
*Presidente Confservizi Cispel Toscana