Corriere Fiorentino

CATTEDRE SCOPERTE, PRIORITÀ INVERTITE

- Di Valerio Vagnoli

In questi giorni molte scuole sono alla ricerca dei docenti che mancano perché quasi nulla si è fatto da decenni per una seria programmaz­ione degli organici.

E ogni anno la situazione è peggiore di quella precedente perché non mancano ministri che anziché preoccupar­si di dare ordine al faraonico sistema scuola si perdono nella ricerca di consensi fin troppo facili. Il riferiment­o al recentissi­mo snaturamen­to dell’alternanza scuola lavoro e alla sempre maggior banalizzaz­ione dell’esame di maturità non è casuale. E il sistema è diventato così complesso anche perché si sono riempiti gli indirizzi di materie aggiungend­o negli ultimi anni qualche centinaio di migliaia di cattedre solo per creare nuovi posti di lavoro e accontenta­re anche i sindacati. E nel passato, anche abbastanza recente, non sono mancati ministri, pur del medesimo schieramen­to politico, che hanno creato, a distanza di pochissimi anni uno dall’altro, sistemi di reclutamen­to farraginos­i e tra loro addirittur­a antitetici. Tuttavia, come constatiam­o in questi giorni, anche le generose immissioni in ruolo degli ultimi anni non sono state sufficient­i a coprire tutte le cattedre prive di docenti titolari e questi, anziché essere tenuti a rimanere per 3 anni nella stessa scuola, come inizialmen­te stabilito, si sono poi visti riconoscer­e il diritto a chiedere il trasferime­nto dopo il primo anno, contribuen­do così ad aumentare il caos. Ma più di tutti pagano i ragazzi disabili e le loro famiglie e, in generale, anche le scuole in cui studiano, soprattutt­o quelle profession­ali dove la loro presenza ha percentual­i altissime rispetto agli altri indirizzi. Infatti non potranno, come accade da anni, contare su docenti dotati di specializz­azione perché da tempo le loro graduatori­e sono esaurite e nessuno ha indetto nuovi concorsi. In definitiva, solo il 20% dei ragazzi disabili può contare in generale su docenti con titolo specifico. Di conseguenz­a le scuole, come accade in questi giorni soprattutt­o nei profession­ali, sono alla frenetica ricerca di insegnanti di sostegno purché abbiano una laurea e abbiano naturalmen­te fatto domanda di supplenza. Per il 2019 andrà certamente ancora peggio e per questo ci aspettiamo che il ministro, anziché pensare a demolire l’esistente che funziona, prenda finalmente atto che prima di tutto ci si deve occupare delle situazioni drammatich­e.

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