CATTEDRE SCOPERTE, PRIORITÀ INVERTITE
In questi giorni molte scuole sono alla ricerca dei docenti che mancano perché quasi nulla si è fatto da decenni per una seria programmazione degli organici.
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E ogni anno la situazione è peggiore di quella precedente perché non mancano ministri che anziché preoccuparsi di dare ordine al faraonico sistema scuola si perdono nella ricerca di consensi fin troppo facili. Il riferimento al recentissimo snaturamento dell’alternanza scuola lavoro e alla sempre maggior banalizzazione dell’esame di maturità non è casuale. E il sistema è diventato così complesso anche perché si sono riempiti gli indirizzi di materie aggiungendo negli ultimi anni qualche centinaio di migliaia di cattedre solo per creare nuovi posti di lavoro e accontentare anche i sindacati. E nel passato, anche abbastanza recente, non sono mancati ministri, pur del medesimo schieramento politico, che hanno creato, a distanza di pochissimi anni uno dall’altro, sistemi di reclutamento farraginosi e tra loro addirittura antitetici. Tuttavia, come constatiamo in questi giorni, anche le generose immissioni in ruolo degli ultimi anni non sono state sufficienti a coprire tutte le cattedre prive di docenti titolari e questi, anziché essere tenuti a rimanere per 3 anni nella stessa scuola, come inizialmente stabilito, si sono poi visti riconoscere il diritto a chiedere il trasferimento dopo il primo anno, contribuendo così ad aumentare il caos. Ma più di tutti pagano i ragazzi disabili e le loro famiglie e, in generale, anche le scuole in cui studiano, soprattutto quelle professionali dove la loro presenza ha percentuali altissime rispetto agli altri indirizzi. Infatti non potranno, come accade da anni, contare su docenti dotati di specializzazione perché da tempo le loro graduatorie sono esaurite e nessuno ha indetto nuovi concorsi. In definitiva, solo il 20% dei ragazzi disabili può contare in generale su docenti con titolo specifico. Di conseguenza le scuole, come accade in questi giorni soprattutto nei professionali, sono alla frenetica ricerca di insegnanti di sostegno purché abbiano una laurea e abbiano naturalmente fatto domanda di supplenza. Per il 2019 andrà certamente ancora peggio e per questo ci aspettiamo che il ministro, anziché pensare a demolire l’esistente che funziona, prenda finalmente atto che prima di tutto ci si deve occupare delle situazioni drammatiche.