Caso moschea: «L’assessore lasci». «No, io frainteso»
Pisa, alta tensione dopo le dichiarazioni di Dringoli. Il sindaco Conti smorza: ha chiarito
La moschea pisana, che ancora non c’è, è al centro del terremoto che si è scatenato nella giunta della città della torre, con la Lega che è arrivata a chiedere le dimissioni dell’assessore all’Urbanistica Massimo Dringoli, accusato di aver aperto alla costruzione del luogo di culto. Se il neosindaco della Lega Michele Conti dice di essersi chiarito con l’assessore, resta alta la tensione nella maggioranza dopo l’incidente di martedì: la risposta di Dringoli a un question time in Consiglio Comunale ha portato il parlamentare leghista Edoardo Ziello a chiedere le sue dimissioni. «Una risposta che ha creato un messaggio di cui ci siamo molto dispiaciuti», dice senza mezzi termini il capogruppo pisano Alessandro Bargagna.
L’entourage del sindaco ieri ha fatto sapere che il primo cittadino e il suo assessore si sono parlati «e come da campagna elettorale, l’assessore si sta occupando di cambiare la destinazione d’uso di quell’area in verde pubblico». «Risulta scontato — spiega lo stesso Conti — che l’Assessore Dringoli porti avanti senza indugio quanto stabilito».
Per Dringoli si è trattato di un malinteso: «Non ci penso neanche lontanamente a dimettermi: chi della Lega ha detto queste cose non ha capito il concetto che ho espresso. La mia posizione — chiarisce l’assessore all’Urbanistica — è sempre stata coerente. La moschea a Porta a Lucca non è in regola sotto l’aspetto paesaggistico e urbanistico: si è attivata per questo una procedura per cambiare la variante». Ma l’assessore non ha detto che la moschea poteva esser costruita altrove? «Ho detto solo — prova a chiarire Dringoli — che la variante del Pd è sbagliata e che se qualcuno vuol fare la moschea altrove lo chieda pure, dato che i luoghi di culto sono sanciti dalla Costituzione e non possiamo vietarli né io né la Lega».
Ma i leghisti non mollano la presa, dato che Bargagna spiega che «in 5 mesi l’idea non è mai cambiata e che se l’assessore accetta di far parte di questa giunta deve accettare il programma o sono dimissioni». Un piglio duro, che non sfugge al portavoce Fdi di Pisa Giorgio Vannozzi, che interviene così a difesa dell’assessore: «Le dichiarazioni di Ziello non ci sono piaciute, non ci è piaciuto l’attacco all’assessore, né i modi né i toni. Questo partito ha una posizione storica cristallizzata in Consiglio contro la Moschea e questo dice tutto, oltre alla stima che tutti nutrono nelle capacità del professor Dringoli».