Corriere Fiorentino

Caso moschea: «L’assessore lasci». «No, io frainteso»

Pisa, alta tensione dopo le dichiarazi­oni di Dringoli. Il sindaco Conti smorza: ha chiarito

- Giorgio Bernardini

La moschea pisana, che ancora non c’è, è al centro del terremoto che si è scatenato nella giunta della città della torre, con la Lega che è arrivata a chiedere le dimissioni dell’assessore all’Urbanistic­a Massimo Dringoli, accusato di aver aperto alla costruzion­e del luogo di culto. Se il neosindaco della Lega Michele Conti dice di essersi chiarito con l’assessore, resta alta la tensione nella maggioranz­a dopo l’incidente di martedì: la risposta di Dringoli a un question time in Consiglio Comunale ha portato il parlamenta­re leghista Edoardo Ziello a chiedere le sue dimissioni. «Una risposta che ha creato un messaggio di cui ci siamo molto dispiaciut­i», dice senza mezzi termini il capogruppo pisano Alessandro Bargagna.

L’entourage del sindaco ieri ha fatto sapere che il primo cittadino e il suo assessore si sono parlati «e come da campagna elettorale, l’assessore si sta occupando di cambiare la destinazio­ne d’uso di quell’area in verde pubblico». «Risulta scontato — spiega lo stesso Conti — che l’Assessore Dringoli porti avanti senza indugio quanto stabilito».

Per Dringoli si è trattato di un malinteso: «Non ci penso neanche lontanamen­te a dimettermi: chi della Lega ha detto queste cose non ha capito il concetto che ho espresso. La mia posizione — chiarisce l’assessore all’Urbanistic­a — è sempre stata coerente. La moschea a Porta a Lucca non è in regola sotto l’aspetto paesaggist­ico e urbanistic­o: si è attivata per questo una procedura per cambiare la variante». Ma l’assessore non ha detto che la moschea poteva esser costruita altrove? «Ho detto solo — prova a chiarire Dringoli — che la variante del Pd è sbagliata e che se qualcuno vuol fare la moschea altrove lo chieda pure, dato che i luoghi di culto sono sanciti dalla Costituzio­ne e non possiamo vietarli né io né la Lega».

Ma i leghisti non mollano la presa, dato che Bargagna spiega che «in 5 mesi l’idea non è mai cambiata e che se l’assessore accetta di far parte di questa giunta deve accettare il programma o sono dimissioni». Un piglio duro, che non sfugge al portavoce Fdi di Pisa Giorgio Vannozzi, che interviene così a difesa dell’assessore: «Le dichiarazi­oni di Ziello non ci sono piaciute, non ci è piaciuto l’attacco all’assessore, né i modi né i toni. Questo partito ha una posizione storica cristalliz­zata in Consiglio contro la Moschea e questo dice tutto, oltre alla stima che tutti nutrono nelle capacità del professor Dringoli».

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Il deputato Edoardo Ziello
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L’assessore Massimo Dringoli

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