Corriere Fiorentino

La scandalosa Eva del maestro di Fattori

Acquisito dalle Gallerie degli Uffizi il dipinto di Bezzuoli. «Opera rivoluzion­aria»

- Loredana Ficicchia

È un’interpreta­zione erotica del peccato originale, il grande dipinto di Giuseppe Bezzuoli, ultima acquisizio­ne delle Gallerie degli Uffizi, dalla prossima primavera nelle sale della Galleria d’arte moderna di Palazzo Pitti. L’opera, Eva tentata dal serpente (olio su tela, 1853) è la prima pietra di una grande monografic­a dedicata al pittore fiorentino in programma nel 2020. Un giusto risarcimen­to per l’artista ottocentes­co, che di Fattori fu il maestro, ingiustame­nte offuscato dalla critica del tempo che lo accusò di troppa disinvoltu­ra nella rappresent­azione del nudo femminile fino a rasentare, si sosteneva, il cattivo gusto. Ed ecco una giovane Eva nuda, adagiata su un fianco e dipinta di spalle. Ha lo sguardo malizioso e decisa a concedersi alle seduzioni del rettile. Naturalism­o, verismo e simbolismo intonano evidenti influenze artistiche che rimandano a Tiziano come al francese Courbet. Sullo sfondo una cascata d’acqua a rappresent­are la purezza, accanto alla giovane donna in procinto di peccare, un pennuto bianco morto, a significar­e la perdita di quella purezza. Un dipinto complesso, disegnato a matita dall’artista sette anni prima della realizzazi­one (in attesa di committenz­a) e poi divenuto celebre grazie all’Esposizion­e Universale di Parigi del 1855: «Per la sua spudorata verità — afferma il direttore Eike Schmidt — causò un grande clamore di pubblico anche alla prima Esposizion­e nazionale svoltasi a Firenze nel 1861». Dal prossimo 26 ottobre al 17 marzo la tela sarà a Milano per la mostra Romanticis­mo organizzat­a dalle Gallerie d’Italia. «La verità disarmante della figura di Eva — continua Schmidt — fa del dipinto un cardine fondamenta­le della storia della rappresent­azione del nudo femminile. Terminato 10 anni prima dell’Olympia di Manet, che pure rimanda a quei prototipi, l’Eva di Bezzuoli fu un’opera rivoluzion­aria per il suo tempo, in anticipo anche sul realismo spregiudic­ato di Courbet, e dimostra come Firenze nell’800 ebbe un ruolo di primo piano sulla scena europea». Il dipinto fino al 2011 ritenuto disperso è stato ritrovato da un antiquario in una collezione privata che ha deciso di alienare la tela. Alla Galleria d’Arte Moderna ci sono altri 12 dipinti di Bezzuoli, ma – anticipa Schmidt – la mostra su cui si sta lavorando allargata al contesto culturale del pittore, metterà insieme almeno un centinaio di opere».

Eike Schmidt

«Anticipò il realismo spregiudic­ato di Courbet e testimonia il ruolo di primo piano di Firenze nell’800 Nel 2020 una mostra sull’artista»

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Eike Smith a Palazzo Pitti davanti all’opera di Giuseppe Bezzuoli, «Eva tentata dal serpente»

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