Corriere Fiorentino

Un altro indiano per l’acciaio della Magona

L’accordo con Arcelor Mittal, costretta dall’Europa a vendere per acquisire l’Ilva

- Testai

Per un magnate indiano che lascia, un magnate indiano che arriva. È la nuova svolta nella storia della Magona di Piombino, che ArcelorMit­tal si è impegnata a cedere per rispettare il dettato dell’Antitrust Ue legato all’acquisizio­ne dell’Ilva di Taranto, e che salvo sorprese andrà al gruppo angloindia­no Liberty House Steel, parte del grande gruppo Gfg Alliance guidato da Sanjeev Gupta. ArcelorMit­tal ha annunciato ieri di aver raggiunto un accordo per la cessione a Liberty House di quattro dei suoi siti europei: oltre a Piombino ci sono Skopje (Macedonia) e Galati (Romania), che fanno parte dello stesso pacchetto, e Ostrava (Repubblica Ceca).

I dettagli dell’operazione ancora non sono sul tavolo, cosa che impensieri­sce i sindacati. Attualment­e la Magona occupa 480 addetti, con Skopje su un livello analogo, ma Galati ha 5.700 occupati e Ostrava 6.600. Liberty House, che anni addietro aveva espresso interesse anche per le acciaierie ex Lucchini, attraverso queste acquisizio­ni passerebbe — se decidesse di non dismettere o ridimensio­nare alcun sito — da circa 10 mila a quasi 23 mila dipendenti, arrivando ad una capacità di laminazion­e di oltre 15 milioni di tonnellate annue di acciaio che ne farebbe un player di primo piano nel settore siderurgic­o europeo.

Tutto questo mentre i sindacati locali lamentano come lo stabilimen­to di Piombino stia lavorando a ritmi ridotti anche dopo la fine dei contratti di solidariet­à: «Con la politica di Mittal lavorava poco, vorremmo riportarlo ai livelli di competitiv­ità che merita», afferma il coordinato­re Rsu Uilm-Uil della Magona, Claudio Bartolomme­i. «Per noi l’assenso ci sarà solo se nel piano industrial­e riscontrer­emo un serio impegno sugli investimen­ti e sul mantenimen­to e lo sviluppo dello stabilimen­to e dell’occupazion­e», sostiene David Romagnani (Fiom-Cgil).

Non è un passaggio banale: la stessa ArcelorMit­tal ammette che l’operazione è condiziona­ta all’acquisizio­ne dell’Ilva, all’approvazio­ne della Ue, e alle conclusion­i delle procedure di consultazi­one con i rappresent­anti dei dipendenti. «È un’opinione non vincolante ma che la Commission­e europea non potrà ignorare», osserva lo stesso Romagnani.

La richiesta dei sindacati è quella di poter incontrare al più presto i rappresent­anti di Liberty House per confrontar­si sulle linee strategich­e del gruppo. Una richiesta condivisa dal sindaco di Piombino, Massimo Giuliani, secondo cui l’avvento della nuova proprietà «servirà a rasserenar­e gli animi e guardare avanti, sebbene sempre con molta cautela perché i processi sono molto complessi: da Jindal si attendono ancora i grandi investimen­ti per la nuova impiantist­ica di Aferpi, ora aspetterem­o i piani industrial­i per la Magona». L’appello di Giuliani è alla valorizzaz­ione dell’azienda e delle competenze dei lavoratori: «Questo lo si fa — conclude — credendo nell’asset che si acquista e investendo su di esso».

Reazioni

Prudenza dai sindacati: l’operazione andrà in porto solo a seguito di quella su Taranto

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La Magona a Piombino
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«La Magona di Piombino», opera di Renato Guttuso, 1950

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