Morbillo, in Toscana i più colpiti sono i neonati
Troppo piccoli per potersi vaccinare: 23 casi nel 2017, l’anno più nero per la malattia infettiva
I più colpiti dal morbillo sono i neonati, ovvero i bambini troppo piccoli per potersi vaccinare. Sono loro i più esposti all’assenza di un’immunità di gregge, col mancato raggiungimento del 95% di copertura vaccinale, dato che il primo richiamo è previsto solo al tredicesimo mese di vita.
È quanto emerge dall’ultimo rapporto dell’Agenzia regionale di Sanità su «La sorveglianza epidemiologica delle malattie infettive in Toscana». Nell’annus horribilis del morbillo, il 2017, sono stati 383 i casi di morbillo registrati nella nostra regione. Ben 23 riguardano bambini nel primo anno di vita, e quindi non difesi dal vaccino, con l’incidenza più alta rispetto a tutte le altre fasce di età: 86,1 casi ogni 100 mila neonati. Le altre classi più colpite, da 1 a 4 anni e da 25 a 44 anni, sono molto distanti, con un’incidenza rispettivamente di 28,1 e di 20,6 casi ogni 100 mila.Dai dati emerge inoltre che la riduzione di malattie per cui esistono i vaccini non dipende, come sostengono i no vax, dalle migliorate condizioni igieniche dal Dopoguerra. Anche in anni recenti, i vaccini di nuova introduzione infatti dimostrano un’inversione di tendenza recentissima: quello contro la varicella, per quanto diventato obbligatorio solo dal 2017, è disponibile dal ‘95. Da allora, in Toscana si è passati da oltre 10 mila casi (11.567 nel ‘95) a meno di mille (935 nel 2017) per il quinto anno consecutivo. Anche in questo caso, i più esposti sono i bambini con meno di un anno di età (47 casi, con un incidenza di 175,9 casi su 100 mila). Positivi i numeri dell’impatto della campagna straordinaria di vaccinazione della Regione sul fronte del meningococco: 17 casi nel 2017, dopo i focolai dei due anni precedenti quando i casi
Il rapporto Ars
Per l’Hiv siamo la terza regione dopo Marche e Lazio Sempre più frequenti i contagi tra gli over 50 per rapporti a rischio
registrati erano stati 38 e 40. Di fatto, in Toscana i casi di meningite sono tornati nella media storica, tra gli 11 e i 18 casi l’anno.
Sul fronte delle malattie trasmissibili sessualmente, resta alta l’attenzione sull’Hiv, i cui dati più recenti si riferiscono al 2016: «L’incidenza delle nuove diagnosi d’infezione presenta un andamento stabile tra il 2009 e il 2016 – recita il rapporto – Ma la Toscana ha un tasso di incidenza maggiore rispetto a quello nazionale e si colloca al terzo posto tra le regioni», dopo Marche e Lazio. 298 i nuovi casi nel 2016, di cui 250 uomini e 48 donne, con un’incidenza di 8 casi su 100 mila. La più colpita è la fascia d’età tra i 25 e i 44 anni. Tra gli uomini sono sempre più frequenti, però, le nuove diagnosi tra gli over 50 che contraggono il virus con rapporti non protetti. Mentre per le donne l’età media è più bassa: molte scoprono di essere sieropositive quando sono incinte, visto che il test per l’Hiv rientra tra gli esami obbligatori previsti nel libretto di gravidanza.