Da Pisa l’occasione per avere servizi ancora più smart
Caro direttore, si è aperta giovedì l’ottava edizione del Pisa Internet Festival, una kermesse dedicata alle «Forme di Futuro» dell’innovazione tecnologica. Un appuntamento in cui, ogni anno, un vasto pubblico, in gran parte giovani, ha la possibilità di «misurare» le nuove capacità delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione. Una serie di eventi nella città di Galileo per parlare anche delle trasformazioni che la rivoluzione digitale ha apportato in tutti i settori, dalla sanità al lavoro. Cambiamenti epocali in grado di influenzare il modello di vita a livello globale. Progetti che producono effetti rapidi e che ci portano verso nuovi confini. Come Confservizi Cispel Toscana, ovviamente con la Regione Toscana e insieme ad Anci Toscana, Fondazione Sviluppo Toscana e il coordinamento di PA Social abbiamo in questi mesi svolto nel territorio un ciclo di incontri chiamato #ToscanaDigitale, che si è concluso nella partecipazione all’Internet Festival. Appuntamenti dove abbiamo raccontato l’esperienza delle smart cities. È stata anche l’occasione per riflettere di quanto lo smart parking regionale, il progetto sulla costa per i porti digitali, quello di videosorveglianza regionale possano migliorare i nostri standard. Sostenuto lo sviluppo di sinergie. Nella nostra regione abbiamo, come associazione, un ruolo di coordinamento delle diverse aziende monoservizio, cooperiamo con i Comuni per creare esperienze di governance collaborativa, diventata un caso di eccellenza in Italia. Il contributo che le aziende possono dare a strategie smart e di digitalizzazione è duplice. Da un lato supportano «integrazione e condivisione dei dati», base di ogni strategia digitale concreta per raggiungere il modello dei territori 4.0; dall’altro possono essere definiti, lavorando insieme, nuovi servizi smart per cittadini ed aziende. La Toscana presenta già delle eccellenze. Le infrastrutture regionali di TX e di Open Toscana, il programma per la banda larga, i progetti smart city a Firenze e Prato. Tutti elementi che pongono la Toscana fra le regioni più innovative. Ma in un contesto nazionale ancora disomogeneo e largamente arretrato: secondo l’indice annuale Desi (Digital Economy and Society Index) compilato dalla Commissione Europea, l’Italia è quartultima nella digitalizzazione tra i 28 paesi dell’Unione, davanti solo a Bulgaria, Grecia e Romania e persino dietro realtà quali Malta e Cipro. La domanda che sorge spontanea è se il nostro sistema di imprese è pronto per questa sfida, oppure preferisce come avviene da altre parti «rimandare» lo sforzo per l’innovazione alle prossime generazioni. Sulla bilancia abbiamo risorse che sono disponibili: i residui del Por Creo andranno a finanziare progetti nel biennio 2019/2020. E, intanto, ci sarà modo di prepararsi per il nuovo ciclo di finanziamenti europei 20212028 che dedicheranno fondi all’economia digitale, anche sulla base di quanto fatto finora e di quanto riusciremo a fare nei prossimi mesi. Trasformando un problema in un’opportunità.