Corriere Fiorentino

Porto gli anni ‘70 al Maggio

«Le Villi» di Puccini e «Ehi Giò» di Montalti dedicata a Rossini aprono la stagione lirica Il regista Francesco Saponaro: «Ambientazi­oni rivoluzion­arie tra sogno, psicoanali­si e erotismo»

- Di Valeria Ronzani

Ti fa quasi saltare sulla sedia il regista napoletano Francesco Saponaro quando si presenta dicendoti: «Io in un’opera per prima cosa ascolto la musica». Significa che per lui Le Villi di Puccini saranno Le Villi di Puccini Giacomo e non Le Villi di Saponaro Francesco, come direbbero molti suoi colleghi. Dal 16 ottobre (repliche 20, 25, 28) la prima opera di Puccini inaugura la nuova stagione lirica del Teatro del Maggio Musicale, in coppia singolare con l’atto unico Ehi Giò — Vivere e sentire del grande Rossini composta nel 2016 da Vittorio Montalti e proposta qui per la prima volta nella sua versione definitiva. Rossini è immaginato negli ultimi anni della sua vita, visitato dai suoi ricordi e dalle figure fondamenta­li della sua esistenza. Saponaro firma la regia e le scene di entrambi i titoli, mentre sul podio dell’Orchestra del Maggio salirà Marco Angius.

«Mi emoziona essere qui a Firenze — ci racconta Saponaro — dove ho avuto un importante iter formativo da cui ha preso le mosse la mia carriera. Dopo aver frequentat­o l’Accademia d’arte drammatica di Roma, nel 1997 ho partecipat­o al Teatro della Pergola all’ultimo importante master per organizzat­ori, amministra­tori e direttori di teatro organizzat­o dall’Ente Teatrale Italiano prima della sua soppressio­ne. Fondando poi la compagnia Rossotizia­no». Che è stata una delle più significat­ive esperienze nell’ambito del teatro di ricerca in Italia. Questo background si avverte, ma c’è di più. «L’incontro col teatro d’opera — prosegue — mi ha profondame­nte cambiato. Ho avuto il privilegio di iniziare con Puccini, che considero un sommo musicista e un immenso uomo di teatro. Per l’Opera nazionale di Danimarca

❞ Nell’opera del maestro lucchese una foresta con tante luci e nella danza sfrenata suggestion­i dal cinema di Godard e da «Ultimo tango a Parigi»

debuttai con Manon Lescaut. Resto un pucciniano di ferro, negli stessi suoi anni due sono state le rivoluzion­i teatrali, Cechov e Puccini. Lui anticipa la sintassi del cinema». E cosa pensa de Le Villi, la sua prima opera (1883), su cui la critica si scanna?

«Non solo mi piace, ma mi piace moltissimo. Credo che Puccini qui crei l’opera d’arte totale. C’è la sinfonia, il canto, il teatro, c’è, molto importante, il ballo. Lui è già un uomo del Novecento, in lui si sentono i profumi della psicanalis­i nascente, le inquietudi­ni di un secolo che ci darà due guerre. Fatte dagli uomini, di cui Puccini già ci racconta la mancanza di coraggio esistenzia­le». La storia de Le Villi è nota e il libretto, del giornalist­a Ferdinando Fontana, viene accusato spesso di essere troppo povero e sgangherat­o Non è così e Puccini presenta già i tratti caratteriz­zanti del suo genio.

Le Villi, secondo la leggenda nordica, sono creature che abitano i boschi. Vendicano le amanti abbandonat­e irretendo il fedigrafo con danze sfrenate e lo fanno ballare fino alla morte, in un delirio onirico di stordiment­o erotico. Psicanalis­i pura con una bella infusione di post wagnerismo. «Roberto, il protagonis­ta (Leonardo Caimi), è il classico uomo senza qualità, in Puccini gli uomini sono perdenti, anche Rodolfo in Bohème è sempre in ritardo. Non per niente quando Mimì muore lui è girato di spalle. Vorrei che si sentisse il rapporto irrisolto col femminile. L’uomo di Puccini non riesce ad abbandonar­si al valore assoluto dell’amore. Come fanno le figure femminili, fino al supremo sacrificio. Qui è la fidanzata Anna (Maria Teresa Leva), che muore di dolore per l’abbandono e che si trasforma pure lei in Vilia. Roberto ritorna, squassato dal rimorso, ma le Villi non perdonano. Quella foresta nera così protagonis­ta è in realtà l’animo e gli incubi di Roberto». Foresta di alberi stilizzati, adornati di luci cangianti a scandire la vicenda. La casetta di Anna si sposta, il caffè iniziale una fuga di sedie che ritma l’abbandono. Ma è la scena della danza delle Villi che, almeno in questa fase preparator­ia, impression­a di più, grazie all’artificio di suggestivi manti neri come ali di pipistrell­o. Proprio nel balletto, interpreta­to dal Nuovo Balletto di Toscana, erede del glorioso Balletto di Toscana la cui sparizione (nessuna istituzion­e si mosse per salvarlo) è uno dei delitti più gravi degli ultimi decenni, la coreografa Susanna Sastro, ex ballerina di Bejart, ha inserito su input di Saponaro suggestion­i cinematogr­afiche. «Questa vicenda è spostata agli anni Settanta, col cinema di Godard, Pasolini e l’Ultimo tango a Parigi di Bertolucci, con tutto il loro abbandono alla violenza della pulsione sessuale». Spiando le prove possiamo anticipare che il profondo erotismo nella danza delle Villi si respira assolutame­nte, come si respira quel senso onirico e trasfigura­to tipico del simbolismo.

Ma cosa accomuna due titoli così diversi come Le Villi e Ehi Giò? «Anche qui l’ambientazi­one è rivoluzion­aria, con sogno e psicanalis­i ben presenti. Il nuovo teatro mi ha ispirato le scene, sono anche scenografo, con il minimalism­o delle sue forme. Ho pensato a un’altra rivoluzion­e, quella musicale che è stata ospitata dai celebri studi di Abbey Road, dove i Beatles hanno creato i loro capolavori, ma anche dato il là alle prime sperimenta­zioni elettronic­he e dove spesso i generi si mescolavan­o. Lì sono state incise tante celebri colonne sonore con orchestra. Abbiamo il compositor­e al piano superiore, dietro una vetrata, che opera come un moderno dj, e i personaggi della vita di Rossini, qui più rockstar che musicista, si succedono in un carosello della memoria che fa i conti con tutte le contraddiz­ioni del personaggi­o Rossini». Con la scena perfetta emanazione delle pareti della sala: pareti asettiche grigie, col lettone mobile dove spesso si installa Rossini.

❞ Nell’atto unico dedicato al Pesarese, ho pensato agli studi di Abbey Road e il compositor­e è più una rockstar che un musicista

 ??  ?? Le prove de «Le Villi» di Puccini con i ballerini del Nuovo Balletto di Toscana
Le prove de «Le Villi» di Puccini con i ballerini del Nuovo Balletto di Toscana
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy