Corriere Fiorentino

Parla il difensore brasiliano che ha preso il posto di Astori: «Il saluto al capitano? Mi è venuto spontaneo. Le altre squadre giocano per qualcosa, noi giochiamo per lui. E vogliamo l’Europa»

Il brasiliano: siamo diversi da tutti Pioli è un padre, vogliamo l’Europa

- Di Matteo Magrini

Vitor Hugo si racconta: l’amore per Firenze e la tragedia di Davide che gli ha cambiato la vita Fu lui a prenderne il posto e a inventare il saluto al capitano: mi venne spontaneo, ci penso sempre

Vede il taccuino, pagine e pagine di appunti, la penna. Lo guarda, e la butta lì. «Stai scrivendo un libro?». Vitor Hugo è così. Allegro, sorridente. Soprattutt­o, pur essendo arrivato poco più di un anno fa, pieno di fiorentini­tà. Quella battuta, immediata, ne è la testimonia­nza. Lo sguardo è acceso, felice. Anche quando parla di Davide Astori, mentre il tono della voce si abbassa, quasi si rompe, gli occhi restano vivi. Pieni di luce. «Perché lui è con noi. Sempre». Ieri il Corriere della Sera ha pubblicato una lunga intervista di Walter Veltroni a Francesca Fioretti, la compagna di Davide, che ha parlato con grande emozione del suo dolore, dell’uomo, del compagno, del padre.

Partiamo da qua, allora. Lei, di fatto, in campo ha preso il suo posto in campo. Come vive questa eredità?

«È una grande responsabi­lità, che provo ad onorare al meglio dando tutto me stesso ogni giorno anche se so che non potrò mai nemmeno avvicinarm­i a lui».

La sua storia si lega in modo forte a quella di Astori. È stato lei, per esempio, a inventare il saluto al capitano, dopo il gol al Benevento dell’anno scorso. Quanto pensa ancora a quel pomeriggio?

«Quel gesto mi è venuto d’istinto, mi sembrava il modo giusto per onorarlo. Ci penso sempre».

E a Davide, quanto ci pensa?

«Ogni giorno. Davide è con noi. Il suo posto è sempre lì, negli spogliatoi, e nessuno glielo potrà togliere. Mai».

Capire come abbiate fatto a ripartire, più forti di prima, resta un mistero. Vuol provare a spiegarcel­o?

«Per me quel giorno, a Udine, il campionato era finito. Pensavamo che non potessimo più giocare». Poi?

«Abbiamo ricevuto messaggi da tutto il mondo. Soprattutt­o, ci sono stati i tifosi. Il supporto che ci hanno dato è stato incredibil­e e allora abbiamo capito che non potevamo fermarci. Anzi. In quei momenti ci siamo detti che avremmo giocato sempre per lui. È stata la svolta».

Anche i nuovi pur non avendo condiviso con voi quel dolore sembrano aver raccolto la vostra stessa forza. Come è successo?

«Appena hanno messo piede al centro sportivo hanno capito che questa Fiorentina è diversa da tutte le altre squadre. Perché noi giochiamo per qualcuno, non per qualcosa».

E continuate, dopo ogni partita, a salutare Astori insieme ai tifosi...

«Sì, così come nello spogliatoi­o continuiam­o a cantare i cori per lui. Ci dà forza».

Che ruolo ha avuto Pioli in questa reazione?

«Fondamenta­le. È stato come un babbo. Ci ha raccolto, prendendos­i cura di noi come fossimo suoi figli».

La sensazione è che tra di voi si sia creato davvero un rapporto speciale. È così?

«Il mister parla tantissimo con noi. In Brasile si dice “se un allenatore ti parla vuol dire che ti vuole bene. Il problema è quando smette di parlarti”. E poi gioca con noi, scherza. Anche se...».

Anche se?

«Quando non facciamo quello che ci chiede si arrabbia moltissimo. Urla, si sbraccia, da tipico italiano!».

Per adesso però può essere abbastanza soddisfatt­o. No?

«Siamo partiti bene. Davide sarebbe felice e orgoglioso di noi».

A Roma però, con la Lazio, non è andata bene. Con quale sentimento siete venuti via?

«Con rabbia, perché non meritavamo di perdere, ma anche con la consapevol­ezza

Quella domenica a Udine pensavo che non saremmo più scesi in campo, poi abbiamo capito che non avremmo potuto fermarci. È stata la svolta

di aver fatto una grande prestazion­e. Abbiamo giocato meglio di loro. Ci è mancato soltanto il gol». In trasferta i risultati non stanno arrivando. Un caso?

«No. Ci manca sempre qualcosa...».

Cosa?

«Se lo sapessimo avremmo già risolto. Ci stiamo lavorando, e sono convinto che presto vinceremo in trasferta. Giocando così non possono non arrivare i risultati».

Anche a Milano, con l’Inter, avete giocato una grande partita. «Grandissim­a...».

A proposito. Di quel rigore hanno parlato tutti, tranne lei. Vuole farlo? «Incredibil­e! Mai visto in vita mia un rigore così. Non ho fatto nulla per toccare il pallone con la mano, forse l’ho appena sfiorato e la palla comunque non ha cambiato direzione. L’arbitro è stato troppo severo». Cosa pensa del Var?

«Mi piace, perché le rende le partite più giuste. È brutto perdere una partita e accorgersi, dopo, di aver perso per un errore arbitrale. Gli arbitri sono bravi, devono valutare le immagini in poco tempo e si stanno comportand­o bene. Partita di Milano a parte...». Gli obiettivi. Europa?

«Sì, ce lo siamo detti fin dal primo giorno. Dobbiamo far meglio dell’anno scorso». Quali sono le rivali più temibili?

«Atalanta e Sampdoria, ma occhio anche al Sassuolo. Sono tante le squadre forti».

Tra i vostri punti di forza c’è sicurament­e la difesa. Qualche segreto?

«La squadra. È merito di tutti, perché lavoriamo insieme. Senza l’aiuto degli attaccanti e dei centrocamp­isti noi la dietro non potremmo fare così bene. Non a a caso di sei gol presi tre sono arrivati su palla inattiva e uno con quel rigore...».

Pezzella ha appena segnato il primo gol con l’Argentina. Com’è giocare al suo fianco?

«German sta facendo grandissim­e cose, merita tutto quello che sta vivendo. È uno dei difensori più forti del campionato ed è sempre più leader. Cinque mesi fa non era così...ma da quando ha preso la fascia è cresciuto in personalit­à, ci guida, come faceva Davide».

E lei? Insieme a Pezzella è tra i più esperti. Si sente un leader?

«Io sono diverso. Sono molto più tranquillo, sto più nel mio». E alla Nazionale ci pensa?

«È difficilis­simo, ci sono giocatori troppo forti. È un sogno, ma ora voglio soltanto fare bene con la Fiorentina, l’unica cosa che mi interessa».

Ma non le fa effetto giocare insieme a tanti ragazzi così giovani? «Mi piace! E sono convinto che la gioventù sia la nostra forza. Lo abbiamo dimostrato giocando meglio contro squadre molto più esperte». Torniamo ai suoi compagni di reparto. Milenkovic?

«È fortissimo. L’esperienza al mondiale lo ha fatto crescere, ha marcato gente come Neymar e Coutinho e ora, lì a destra, ci dà una grande protezione».

In porta c’è un altro giovane, Lafont. Vi trasmette sicurezza?

«Molta. Anche quando gioca con i piedi. Siamo noi a chiedergli di non buttare via il pallone e lui non ha paura, ha una tranquilli­tà incredibil­e. E vi assicuro che fargli gol non è facile. Ce ne accorgiamo ogni giorno in allenament­o».

Visto che parliamo di gol. Simeone sta attraversa­ndo un momento difficile.

«È il nostro Cholito...Deve stare tranquillo. Presto segnerà e allora non si fermerà più. Ci dà una grande mano, quando dicevo della fase difensiva di squadra pensavo anche a lui. Il suo lavoro sporca i palloni degli avversari e per noi difensori diventa tutto più semplice». Gerson. Dicono che lei sia il suo «tutore». È vero?

«Ci lega una grande amicizia. L’anno scorso avevo legato molto con Gaspar e Gil Dias, per via della lingua. Quando sono andati via ho pensato “sono finito, con chi parlo adesso?! Mi giravo a destra ed erano tutti francesi, mi giravo dall’altra ed erano italiani. Per fortuna è arrivato lui». Ancora però non ha espresso tutte le sue qualità.

«È fortissimo, vedrete che ci darà moltissimo. È un bravissimo ragazzo, molto più maturo rispetto ai suoi 21 anni, e non è vero che non fosse felice di venire qua. È stato contento da subito poi, quando ha capito che gruppo siamo, e ha visto i nostri tifosi, lo è stato ancora di più».

Domenica c’è il Cagliari. Arriverà un centravant­i (Pavoletti) fortissimo di testa. «È forte, e se gli lasci un minimo spazio ti punisce».

Di testa è più forte lei o Pavoletti?

«Non posso dirlo io. Di certo voglio iniziare a fare qualche gol». Per poi dedicarlo ad Astori...

«Certo. Ma noi dedichiamo a lui tutto quello che facciamo. Noi giochiamo per lui».

German sta facendo grandissim­e cose, merita tutto quello che sta vivendo Con la fascia è cresciuto Ci guida

Sulla destra c’è Marko che ci dà una grande protezione L’aver disputato i mondiali lo ha fatto diventare più forte

Con Gerson ci lega una grande amicizia Senza Gaspar e Gil Dias cercavo un altro che parlasse la mia lingua

Cholito è sempre Cholito Deve solo stare tranquillo e quando inizierà a segnare non si fermerà più

 ??  ?? Vitor Hugo quest’estate nel ritiro di Moena
Vitor Hugo quest’estate nel ritiro di Moena
 ??  ?? L’intervista con Francesca Fioretti di Walter Veltroni pubblicata ieri dal «Corriere della Sera»
L’intervista con Francesca Fioretti di Walter Veltroni pubblicata ieri dal «Corriere della Sera»
 ??  ?? UnitiLa Fiorentina entra in campo con la maglia di Davide Astori l’11 marzo scorso in occasione della partita contro il Benevento al FranchiÈ stata la prima gara dopo la tragica scomparsa di Davide Astori
UnitiLa Fiorentina entra in campo con la maglia di Davide Astori l’11 marzo scorso in occasione della partita contro il Benevento al FranchiÈ stata la prima gara dopo la tragica scomparsa di Davide Astori
 ??  ?? Vitor Hugo segna il primo gol viola dopo la scomparsa di Astori ed esulta mimando il saluto al capitano davanti a una maglietta con il volto di Davide
Vitor Hugo segna il primo gol viola dopo la scomparsa di Astori ed esulta mimando il saluto al capitano davanti a una maglietta con il volto di Davide
 ??  ?? Marko Milenkovic, secondo anno in viola
Marko Milenkovic, secondo anno in viola
 ??  ?? Giovanni Simeone, ha segnato 2 gol in 8 gare
Giovanni Simeone, ha segnato 2 gol in 8 gare
 ??  ?? Gerson, è in prestito secco dalla Roma
Gerson, è in prestito secco dalla Roma
 ??  ?? German Pezzella, capitano della Fiorentina
German Pezzella, capitano della Fiorentina

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