Stretta sui centri d’accoglienza
I migranti dovranno rientrare entro le 20, controlli sui pacchi acquistati online
Giro di vite sui centri di accoglienza per migranti. Il prefetto Laura Lega ha stabilito che gli ospiti dei Cas, le strutture temporanee per l’accoglienza, non possano uscire di notte dalle 20 alle 8. La Prefettura ha chiesto ai gestori di controllare la merce acquistata su internet dai migranti. Protestano la Cgil e i gestori mentre il prefetto incassa il consenso del consigliere regionale della Lega.
❞ Il ripetersi di consegne ai richiedenti asilo appaiono incompatibili con l’indigenza, presupposto per la fruizione dell’accoglienza
Il giro di vite annunciato all’indomani dell’inchiesta che ha coinvolto alcuni centri di accoglienza per migranti è arrivato con due circolari firmate dal prefetto di Firenze Laura Lega. La prima prevede che gli ospiti dei Cas, i centri di accoglienza straordinaria, debbano rientrare nelle strutture alle 20 e restarci fino alle 8 della mattina successiva. La seconda riguarda invece il controllo dei pacchi acquistati su internet dai migranti.
Saranno i gestori dei centri di accoglienza ad occuparsi del rispetto delle nuove regole che entreranno in vigore il primo novembre. «Si prega di vigilare sul corretto comportamento degli ospiti — si legge nel documento — allo scopo di assicurare la pacifica e civile convivenza nelle strutture e nell’ambito delle comunità locali». Fino a due mesi fa si parlava genericamente di rientro notturno, poi l’orario era stato fissato alle 23. Ora il tempo è stato ulteriormente ridotto. Una misura, questa, che il prefetto Lega aveva già adottato a Treviso tre anni fa — prima quindi dell’arrivo al Governo del Carroccio — e che ha deciso di replicare a Firenze anche per permettere alle forze dell’ordine di effettuare controlli serali per verificare la presenza delle persone che hanno diritto a stare nella struttura.
«Ogni allontanamento al di fuori dell’orario sarà ammesso solo previa autorizzazione della Prefettura, ove ricorrano motivate e straordinarie esigenze». Sul portale della Prefettura, alla voce «migranti» è stata predisposta una nuova funzione nominata «permesso orario» che consentirà ai gestori di fare richieste in caso di necessità, come la frequenza a corsi di lingua, attività sportive o volontariato.
La seconda novità riguarda i controlli sugli acquisti fatti online dai migranti. «Il ripetersi di consegne da parte dei corrieri di pacchi ai richiedenti asilo — si legge nel documento diretto ai gestori — appaiono incompatibili con la situazione di indigenza che, come noto, costituisce il presupposto per la fruizione delle misure di accoglienza». Per questo la Prefettura chiede che i pacchi che arrivano nelle strutture «siano aperti alla presenza degli operatori sia per ragioni di sicurezza, sia per verificare che gli acquisti siano compatibili con la situazione dichiarata dell’ospite, e riferita alla Prefettura anche attraverso la nuova fruizione del portale Migranti, relativa alla gestione dei rapporti di lavoro o di qualunque altra forma di reddito». L’obiettivo è aumentare i controlli su persone che troppe volte sono state sorprese a procurarsi denaro in modo illecito. «Ove risultino acquisti sproporzionati rispetto alla condizione dichiarata si invita a chiederne ragione agli interessati, seguendo attentamente la situazione anche allo scopo di evitare che gli ospiti si procurino denaro in modo illecito. Qualunque circostanza meritevole di approfondimento dovrà essere riferita alla Prefettura e alle forze dell’ordine».
«Coprifuoco inaccettabile» tuona la Cgil che ieri per prima ha diffuso la notizia. Critiche anche da Serena Spinelli di Mdp. «Coprifuoco indispensabile per ristabilire la legalità nelle strutture e nei territori che le ospitano», risponde il consigliere regionale della Lega Jacopo Alberti che aveva denunciato gli acquisti on line spropositati. «Si rischia di produrre ulteriore esclusione e di alimentare la spirale di odio e paura che sta alla base dell’insicurezza sociale — dicono dalla Cigl — Gli operatori sociali si trovano ad affrontare compiti impropri all’interno di strutture che mutano la loro natura. Da educatori del sociale gli operatori dovranno trasformarsi in controllori».