«Non siamo in salute Simona ascolti, serve discontinuità»
Il suo addio ai renziani, con la dichiarazione di voto per Valerio Fabiani, ha fatto arrabbiare non pochi fedelissimi dell’ex premier. Ma Rosa Maria Di Giorgi, deputata fiorentina del Pd, non rinnega la scelta fatta neanche ora che il suo candidato ha perso.
La renziana Bonafè ha vinto bene le primarie. Sicura di non essersi pentita di aver «passato il fronte», Di Giorgi?
«E perché dovrei? Fabiani ha fatto la sua battaglia per il rinnovamento del Pd e il risultato è stato eccezionale rispetto alle aspettative: il 37% in una regione in cui gli equilibri sembravano consolidati è un successo».
Bonafè cosa le ha detto, «ben ti sta»?
«Ma no (ride). Domenica ci siamo viste al partito, le ho fatto le congratulazioni e le ho augurato buon lavoro. Simona avrà un compito delicato e noi tutti le daremo mano per rendere di nuovo forte e credibile il Pd».
Sì, ma intanto lei le ha fatto un danno sottraendole voti a Firenze città, dove Fabiani è andato meglio che in provincia.
«Non parlerei di danno. Le primarie mettono a confronto idee diverse in un quadro comune e condiviso. E io spero che Simona voglia cogliere il segnale che arriva dal 37% ottenuto da Fabiani, che vuol dire una cosa sola: discontinuità».
Sembra che a Firenze siano andati a votare per Fabiani anche militanti della sinistra extra Pd. Non le ha fatto effetto ritrovarsi fianco a fianco degli antirenziani?
«Con tutto il rispetto, ma mi sembra una valutazione insufficiente. Siamo in un altro mondo rispetto a 2 o 4 anni fa, quando un partito in salute poteva pensare di essere autosufficiente. Oggi il Pd non è in salute e deve pensare ad includere, far partecipare, aprirsi».
Venerdì inizia la Leopolda: ci andrà?
«È un appuntamento che negli anni ha raccolto tante energie e idee. Ma sui social ho letto troppi attacchi pesanti contro di me per la scelta congressuale. Credo che tutti dobbiamo recuperare serenità. Quest’anno magari faccio passo...».