Gong, sindaci e corsa alle Cascine (per ritrovare la prima Leopolda)
Venerdì via alla kermesse. L’ex premier lancerà i comitati civici: la nostra marcia dei 40 mila
Alla Leopolda torna il gong che stoppa chi parla più di cinque minuti, tornano al centro i giovani (con meno spazio per i big politici e non) e tornano anche i comitati civici. No, non quelli creati da Luigi Gedda su input del Vaticano per contrastare Pci e Psi alle elezioni del 1948, ma la mobilitazione che Matteo Renzi lancerà ufficialmente dal palco della nona edizione della kermesse, in programma da venerdì sera a domenica nella vecchia stazione fiorentina di Porta al Prato.
Il battesimo dei comitati civici renziani, che saranno presentati dal deputato Pd Ivan Scalfarotto, è fissato per sabato. «Saranno comitati di resistenza civile contro la mediocrità e la banalità del governo, per tornare al futuro e farlo di corsa prima che si abbatta sull’Italia lo tsunami causato dalla spaventosa incapacità grillo-leghista», ha scritto ieri Renzi nella Enews di lancio della Leopolda 9, intitolata «Ritorno al futuro». L’ex premier si dice convinto che «nelle prossime settimane ci sarà una sollevazione popolare contro l’incapacità di questo governo: una sorta di marcia dei 40 mila quarant’anni dopo (la manifestazione dei colletti bianchi della Fiat, che si svolse a Torino nell’ottobre 1980, contro i picchettaggi degli operai davanti agli stabilimenti, ndr)». Tra le accuse che Renzi lancia a Cinque Stelle e Lega c’è di nuovo quella che riguarda il potenziamento di Peretola: «Il popolo del no a tutto — il popolo gialloverde — vuole dire no anche all’aeroporto di Firenze. Una infrastruttura che darebbe lavoro a oltre duemila persone e che permette la crescita e lo sviluppo della mia città. Una vergogna assoluta», dice l’ex premier. E non è difficile immaginare che per lui la nuova «marcia dei 40 mila», a Firenze, debba partire dalla questione aeroporto.
Ma cosa saranno questi comitati civici, «strumento» da creare anche in vista della manifestazione anti Lega e Cinque Stelle auspicata da Renzi? Niente a che fare con i comitati per il Sì al referendum costituzionale, spiegano i renziani. Non solo per scaramanzia, visto il pessimo risultato del 4 dicembre 2016, ma perché quel che serve ora è — secondo i fedelissimi dell’ex premier — un’azione di approfondimento e mobilitazione a partire da temi concreti come i vaccini, le tasse, la scuola. Se i comitati per il Sì erano molto centrati sulla propaganda spicciola, cioè diffondere materiale e organizzare iniziative, quelli civici devono essere più improntati alla discussione e al coinvolgimento delle persone, «soprattutto — dice Renzi — quelle fuori dall’impegno politico». Poi, certo, arriverà il momento di scendere in piazza. All’organizzazione dei comitati sta lavorando silenziosamente da qualche settimana Luca Lotti. Il modello, assai ambizioso, è quello dell’organizzazione americana «Move On», la cui mobilitazione fu decisiva per la vittoria di Barack Obama nel 2008: piccoli comitati diffusi sul territorio, coordinati a livello sovracomunale, che tengano insieme l’azione porta a porta con il coinvolgimento sul web (punto debole, debolissimo, del Pd nella campagna elettorale delle ultime Politiche, mentre Lega e Cinque Stelle hanno macinato consensi sui social).
Per il resto, la Leopolda numero 9 sarà un «ritorno alle origini», promette Renzi. Anche se venerdì sera, a differenza di diverse edizioni, l’ex premier non sarà solo sul palco: insieme all’ex ministro Pier Carlo Padoan presenterà una contro-manovra economica, «una proposta di legge di bilancio che avrebbe come effetto di dimezzare lo spread e abbassare le tasse».
Subito dopo spazio agli interventi, in particolare quelli degli under 30, con il ritorno del gong per «chi la fa lunga», e poi i tavoli di lavoro coordinati sempre dai giovanissimi. Sabato sarà invece il giorno dei sindaci e degli amministratori — altro tratto caratteristico delle prime Leopolde — e dei civici. Non solo nel senso dei nuovi comitati, ma anche di personalità come il medico Roberto Burioni, la giornalista anti mafia Federica Angeli di Repubblica, il direttore dell’Istituto di tecnologia e padre dei robot italiani Roberto Cingolani, che saranno intervistati da Renzi in veste di «conduttore televisivo». Domenica mattina corsa collettiva alle Cascine, altro appuntamento del renzismo delle origini, e poi assemblea plenaria con chiusura dell’ex segretario Pd intorno all’ora di pranzo.
Già, il Pd. Renzi alla Leopolda non ne vuole parlare. E men che mai vuole sentire pronunciare le paroline «congresso nazionale», tra candidati già in corsa per la segreteria (il governatore del Lazio Nicola Zingaretti, che punta a riunire la sinistra del partito e ha l’appoggio anche di Dario Franceschini, ma anche il renziano eterodosso Matteo Richetti) e altri papabili come l’ex ministro Marco Minniti, l’uomo su cui puntano diversi renziani. «Ovviamente alla Leopolda il tema del congresso non sarà neanche toccato — scrive Renzi — Ci saranno tanti parlamentari del mio partito, ma come sempre la Leopolda non è un appuntamento del Pd. E dunque non sarà l’occasione per parlare di primarie e segretari». Almeno non pubblicamente.
Il leader Pd su Peretola
Nuovo attacco a Lega e 5 Stelle: «Il popolo gialloverde del no vuole fermare lo sviluppo di Firenze, una vergogna assoluta»