Le cooperative protestano «Non siamo poliziotti»
«Siamo operatori sociali, non poliziotti». Le associazioni fiorentine che gestiscono l’accoglienza non condividono le circolari del prefetto Laura Lega. Il coro di «no» è unanime. Spiega Marzio Mori, responsabile accoglienza della Caritas: «La decisione della prefettura ci mette in crisi come operatori sociali. Chi si occupa di accoglienza non può occuparsi di controllo e sicurezza. Non siamo poliziotti, non è nel nostro Dna, siamo impreparati e incapaci di garantire queste regole. Certo – precisa Mori – se vogliamo stare in un sistema abbiamo il dovere di ubbidire, valuteremo se restare dentro questo sistema». Contrari a impedire il rientro dopo le 20 che «va contro l’inclusione sociale dei migranti» la Caritas e la Diaconia Valdese della Toscana: «Siamo fermamente contrari, chiederemo alla prefettura di rivederla – ha detto Davide Arca – Crediamo che l’uscita serale dei migranti non abbia bisogno di motivate o straordinarie esigenze. I migranti sono persone libere». Contrarietà anche da parte della cooperativa Albatros. Spiega la responsabile Vincenza Vicino: «Sono ragazzi come gli altri, vogliono uscire la sera per mangiare un panino, una pizza, per stare con gli amici di altre comunità, per fare sport. Lavoreremo per rispettare le regole ma non li possiamo sequestrare, i nostri non sono centri di detenzione». Contraria anche Oxfam. Secondo Sabina Morosini, «questa circolare è scandalosa» perché «gli operatori non sono secondini e il sistema di accoglienza non è un sistema di controllo, ma un processo di integrazione». Tra l’altro, aggiunge, «quasi nessuno di loro torna a tarda notte». Certo è vero, precisa Morosini, «c’è chi non si comporta bene ma non si possono colpire tutti per punirne alcuni». Quanto all’obbligo di aprire i pacchi insieme agli operatori, «non ne capiamo il motivo, non c’è evidenza che i migranti ricevano merce sospetta».