Boom di medicinali a base di cannabis
Il laboratorio di Santa Maria Nuova è passato in 4 anni da 26 a 800 pazienti
Quanto il servizio di medicinali a base di cannabis fu inaugurato, quattro anni fa, i pazienti erano appena 26. Oggi il laboratorio galenico di Santa Maria Nuova ha 800 pazienti ogni mese solo per i farmaci cannabinoidi, tanto da essere diventato il più grande d’Italia.
Nato sulla tradizione della Spezieria del 1288, si occupa di malati di sla, di sclerosi multipla, di sindrome di Tourette e di malati oncologici che non rispondono ad altre terapie del dolore. Molti dei pazienti sono bambini e ragazzi: sono loro i principali destinatari dei dosaggi su misura che l’industria farmaceutica, con la sua produzione in larga scala, non può soddisfare. Del laboratorio si parlerà, oggi alle 17, nel convegno «La Spezieria di Santa Maria Nuova ieri e oggi», all’Accademia La Colombaria, in collaborazione con la Fondazione di Santa Maria Nuova onlus. Diretto dalla dottoressa Irene Ruffino, il laboratorio centralizza la produzione galenica di tutta l’Asl.
«Ed è l’unico in Toscana che produca olio di cannabis, che si può prendere in gocce, oltre alle cartine da sciogliere come tisane». Gran parte della materia prima viene importata dall’Olanda, la produzione dell’Istituto Farmaceutico Militare non basta. Ma non ci sono solo cannabinoidi: si realizzano anche farmaci orfani per le malattie rare, quelli che le case farmaceutiche smettono di produrre perché non danno sufficiente ritorno economico. Nel laboratorio, il lavoro non è artigianale come nell’antica Spezieria: le nuove rigorosissime «norme di buona preparazione» impongono standard di qualità e di sicurezza pari a quello dell’industria. Così, per consegnare una boccetta d’olio servono sette distinte fasi di controllo.
Nel 2017, i pazienti trattati con la cannabis sono stati 613, con 25 chili di materia prima utilizzata, 180 litri di olio e 50 mila cartine prodotti. Ora i pazienti sono già saliti a 800.