Corriere Fiorentino

«Di notte con Claudio a scrivere canzoni»

Stasera e domani Baglioni al Mandela. Parla Walter Savelli, il suo pianista storico

- Di Edoardo Semmola

Per Claudio lui è «il jolly». Un po’ come il Mr. Wolf di Pulp Fiction: «C’è un problema? Chiama me e io glielo risolvo». Solo che a differenza del personaggi­o di Harvey Keitel, Walter Savelli risolve «al pianoforte». Savelli è un pianista, compositor­e, arrangiato­re e maestro di musica fiorentino. Il «suo» Claudi0 è Baglioni, che stasera e domani al Mandela Forum parte con il tour dei suoi 50 anni di carriera «Al centro». Metà di questi anni Claudio e Walter li hanno passati insieme: dal 1978 al 2003 erano inseparabi­li. Amici per la pelle, compagni di palcosceni­co. È a Savelli che Baglioni si è sempre rivolto ogni qual volta gli veniva voglia di sperimenta­re e mettersi alla prova, «perché è una persona colta, curiosa, intelligen­te, determinat­a. Ha sempre voglia di evolvere». È a quel punto che alza il telefono e lo chiama.

Dal 2003 si sono separati «perché altrimenti non avrei avuto il tempo di dedicarmi alle mie composizio­ni» — prosegue Savelli. Ma hanno continuato a collaborar­e più o meno assiduamen­te. «Il mese scorso per esempio, durante la tre giorni all’Arena di Verona, un pignolo e appassiona­to come Claudio, che piuttosto si farebbe ammazzare pur di non deludere mai i suoi fan, non gli andava giù che per questioni di spazi pubblicita­ri nella diretta televisiva avrebbe dovuto interrompe­re il concerto due volte per quattro minuti». E allora Baglioni che fa? Vede Savelli e lo chiama su: «Fammi due pezzi al pianoforte per favore». E «io ho suonato Buona Fortuna e Tieniament­e, per due intermezzi, per tre giorni di fila. Sapevo che in tv non sarei stato ripreso. Ma davanti a me c’erano 20 mila persone la prima sera, e poi altre 20 mila e ancora altre 20 mila. È stato bellissimo lo stesso, io, col mio pianoforte bianco...».

Leggenda narra che si debba a Walter Savelli la «svolta» stilistica di Baglioni del 1995 con Io sono qui. Ma lui, modesto, smentisce: «Il cambiament­o di Claudio è dovuto solo alla sua continua ricerca per migliorars­i. Diciamo che in quel frangente abbiamo avuto uno scambio culturale che ha fatto bene a entrambi». Si sono conosciuti nel 1978 quando «suonavo in un gruppo di amici dove militavano anche due turnisti che una volta avevano suonato per lui». Si chiamavano gli Extra. Quell’estate Baglioni si era rifugiato in Mugello per scrivere le canzoni che avrebbero costituito l’album E tu come stai?. «Mi portarono a conoscerlo e lo invitammo a sentirci a Pistoia in un locale: si è innamorato di noi e ci ha prodotto il disco». Dopo quella volta «mi ha voluto con sé per tutti gli anni a venire».

Giacche luccicanti a lustrini, occhialoni alla Elton John. Suona il piano come se ci stesse facendo l’amore. Savelli è un personaggi­o in tutti i sensi. Divertente, acuto. Ottimo musicista. «I ricordi più belli insieme sono la tournée di Alè-oò nel 1982 con 57 date negli stadi e 40 mila persone a volta, e quella dell’85, La vita è adesso. Personalme­nte sono legato a Mille giorni di te e di me per aver suonato il pianoforte nella prima versione, e averne condiviso sia l’intro che il finale, che abbiamo pensato insieme a Londra». Racconta che durante il tour di Alè-oò una sera in diretta su Rai 3 Baglioni avrebbe dovuto cantare Con tutto l’amore che posso solo chitarra e voce. «Sale sul palco e si accorge che la chitarra non funziona. Te lo immagini? Si arrabbiò come una iena. Allora la sbatte per terra, quella chitarra. Iniziando a cantare a cappella, cosa che all’epoca non si faceva mai».

Savelli cosa fece? «Per me il concerto era finito, mi stavo avviando nei camerini». Ma butta l’occhio e capisce cosa sta succedendo. In fondo, appunto, lui è un po’ il suo Mr Wolf. «Sono saltato sul palco come un felino per dargli una mano. Non l’avevo mai suonata in vita mia quella canzone, però ho l’orecchio assoluto e ho potuto salvarlo inventando­mi un’esecuzione in tempo reale. Claudio mi ha abbracciat­o».

Poi c’è quella volta, nel luglio del 1995, quando Baglioni stava scrivendo Reginella ed «erano le 3 del mattino, dopo una serata passata insieme con troppo vino in corpo, ma lui non si ferma mai e sulle ali dell’entusiasmo mi fa tornare in studio chiedendom­i di inventare al pianoforte l’introduzio­ne, perché la sua non lo convinceva: in realtà volevo solo andare a dormire ma mi ci sono buttato, e lui addirittur­a ha inciso voce e piano insieme in quel moment». Dopo un quarto di secolo da amici «separati» ma sempre in contatto, «oggi, con i suoi 50 anni al centro, Claudio dimostra di essere sempre più bravo. Ma non mi stupisco: pignolissi­mo com’è, con un rispetto maniacale per il pubblico, i fan lo percepisco­no, si rendono conto di quanto sia appassiona­to e innamorato del suo mestiere. Credo che andrà avanti a calcare palcosceni­ci finché avrà forza in corpo. E ne ha, di forza, eccome. Ancora oggi si esibisce per oltre tre ore e si ammazza di fatica».

Otto anni fa Baglioni gli ha fatto quello che ancora ricorda come «un regalo e un onore incredibil­e». Stava realizzand­o il progetto di collaboraz­ioni n Q.P.G.A. con 70 grandi artisti italiani da Pino Daniele alla Pfm, Morricone e Mina. «Mi ha onorato mettendomi insieme a loro. Non lo dimentiche­rò mai».

 ??  ?? Claudio Baglioni insieme a Walter Savelli nei primi anni ‘80
Claudio Baglioni insieme a Walter Savelli nei primi anni ‘80
 ??  ??
 ??  ?? Sopra e in alto Walter Savelli insieme a Claudio Baglioni e accanto il pianista e compositor­e nella sua Firenze
Sopra e in alto Walter Savelli insieme a Claudio Baglioni e accanto il pianista e compositor­e nella sua Firenze
 ??  ??
 ??  ?? ● Dopo il successo all’Arena di Verona parte da FirenzeAl Centro il tour dei 50 anni di carriera di Claudio Baglioni nei principali palasport italiani
● Dopo il successo all’Arena di Verona parte da FirenzeAl Centro il tour dei 50 anni di carriera di Claudio Baglioni nei principali palasport italiani

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy