Raiuno, la fiction sugli artigiani con Castellitto
Tra un anno su Rai 1 la fiction di Th Torrini «Pezzi unici». Senza i problemi di Firenze
«Immaginatemi Geppetto incazzato». Sergio Castellitto lo vede così, il «suo» Vanni, artigiano dell’Oltrarno protagonista della nuova fiction di Cinzia Th Torrini, ora in lavorazione. E che vedremo in prima serata su Rai 1 a un anno da oggi.Titolo: Pezzi unici. «Geppetto tirò fuori dal legno un solo Pinocchio, io cinque» chiosa la star di questa nuova avventura seriale (12 puntate in 6 serate) della regista fiorentina, regina della fiction all’italiana da 20 anni, creatrice di progetti di enorme successo come Elisa di Rivombrosa che lanciò la carriera di Vittoria Puccini, Terra Ribelle, La Certosa di Parma, Un’altra vita con Vanessa Incontrada. «Nel 2009 mi consegnarono il premio Il Porcellino e promisi a Dario Nardella, all’epoca vicesindaco, che avrei finalmente girato una fiction sugli artigiani fiorentini — racconta Cinzia Th — E scusate se ci ho messo dieci anni...».
La storia è quella delle relazioni sentimentali e familiari di varia umanità italiana in puro stile fiction di Rai 1. Girata per sette settimane tra Firenze (gli esterni, principalmente in Oltrarno) e Prato (gli interni).
Protagonista è Sergio Castellitto che deve il nome del suo personaggio a Wanni Di Filippo, il celebre fondatore de Il Bisonte. Nel film è un falegname, mentre Giorgio Panariello è un fabbro. E ringrazia la Torrini che «ha tolto il Mario il bagnino che è in me
Castellitto
«Sono un moderno Geppetto che aiuta cinque ragazzi difficili con famiglie distrutte»
— ha scherzato — dandomi un personaggio completamente differente da come mi avete sempre visto».
Al loro fianco molti volti noti della serialità televisiva italiana: Irene Ferri, Fabrizia Sacchi, Marco Cocci, anche un cameo di Loretta Goggi. E poi le giovani promesse, i cinque ragazzi al centro della storia, tutti attori toscani: cinque ragazzi difficili, con problemi sociali, famiglie distrutte, provenienti da una casa famiglia. Chi faceva il rapinatore, chi la baby squillo, chi lo spacciatore. Sono loro i «pezzi unici» e i 5 «pinocchio» a cui si riferisce l’attore: da plasmare, da far crescere, e da portare fuori dal disagio sociale insegnando loro la bellezza degli antichi mestieri. Ragazzi che andranno a bottega da lui a imparare il mestiere.
«Il mio è un personaggio contraddittorio, burbero, difficile — prosegue Castellitto — più bravo come artigiano che come padre». E avverte: «Non ci troverete dentro Firenze con i suoi problemi e le sue peculiarità, è un progetto che parla a tutti, e avremmo potuto tranquillamente ambientarlo a Roma e sarebbe stato lo stesso». Anche perché, come aggiunge la regista, «questo argomento approda su Rai 1 per la prima volta, non potevamo raccontare la crisi del settore, il momento difficile in cui versa questo mondo».
Hanno preferito «raccontare il piacere e il gusto di fare questo mestiere per dire ai giovani che esiste un’alternativa a stare tutto il giorno con un mouse tra le mani o in un call center. Vuole essere uno sprone per i ragazzi a riavvicinarsi e rivalutare questo mondo». L’intento, chiosa Cinzia Th Torrini, è «riabituare le persone al bello». Il racconto è «educativo in senso dickensiano», definizione di Castellitto. Nel senso che tiene «sullo sfondo i problemi sociali ed economici degli artigiani dell’Oltrarno» e «non fa sociologia». Lo definisce «quasi epico, psicologico» e si concentra «sull’unicità come concetto: l’irrepetibilità dei manufatti che vengono creati ogni giorno in queste botteghe» ma anche «l’unicità delle persone in questa epoca così incolore e insapore».