Corriere Fiorentino

Arte e scienza senza confini

Aspettando San Luca Non solo Vasari, Michelange­lo, Leonardo ma anche Galileo, Viviani e Levi Montalcini All’Accademia delle Arti del Disegno l’importante contributo di astronomi, fisici, botanici, anatomisti

- Di Gaspare Polizzi

La più antica Accademia al mondo, la fiorentina Accademia delle Arti del Disegno, ha avuto origine dalla Compagnia di San Luca, costituita, nel 1339, tra gli artisti fiorentini per «sovvenire così nelle cose dell’anima, come del corpo, a chi, secondo i tempi, n’avesse bisogno». Una Compagnia che vide tra gli iscritti Benozzo Gozzoli, Donatello, Lorenzo Ghiberti, Leonardo da Vinci e Michelange­lo Buonarroti. «Cascata la Compagnia del tutto et quasi finita», si deve a Giorgio Vasari, nel 1562, l’idea di una nuova Compagnia garante del valore intellettu­ale dell’attività artistica. Vasari ne parlò col duca Cosimo I e, «pregatolo a volere così favorire lo studio di queste nobili arti, come aveva fatto quello delle lettere, avendo riaperto lo Studio di Pisa, creato un collegio di scolari, e dato principio all’Accademia Fiorentina, lo trovò tanto disposto ad aiutare e favorire questa impresa, quanto più non avrebbe saputo desiderare». Favorire lo studio delle arti e delle scienze fu compito originario dell’Accademia, fin dalla sua prima adunanza, il 31 gennaio 1563, nel capitolo del monastero di Santa Maria degli Angeli, vicino alla SS. Annunziata, dove era stata inaugurata solennemen­te nel 1562 la Cappella di San Luca o dei Pittori. In quell’occasione Cosimo I venne riconosciu­to «principe e Signor Nostro e Capo di tutti», mentre Michelange­lo fu proclamato «Padre e Maestro di queste tre Arti [pittura, scultura e architettu­ra]».

Galileo ne divenne membro il 18 ottobre 1613 e come ricorda Rodolfo Siviero, presidente dell’Accademia dal 1971 al 1983, «la scuola di matematica, affidata ai maestri più insigni, ebbe fra i suoi allievi Galileo Galilei. Egli iniziò lo studio delle matematich­e nell’Accademia, sotto la guida di Ostilio Ricci e insieme della prospettiv­a, della meccanica e della geometria. Furono questi studi all’Accademia che lo portarono poi a quella fusione fra matematica pura e meccanica pratica di cui divenne assertore e realizzato­re. L’Accademia introdusse poi nei suoi programmi lo studio dell’insegnamen­to galileiano affidandon­e la direzione scientific­a a Vincenzo Viviani che vi insegnò per circa trent’anni». Sulla linea della diffusione della scienza si collocò anche l’elezione del fondatore dell’Accademia del Cimento, il cardinale Leopoldo de’ Medici. Ancora più significat­iva fu la presenza nell’Accademia, ricordata da Siviero, come «console», del più fedele tra gli allievi di Galilei, Vincenzo Viviani. Viviani realizzò con l’impegno di un altro Accademico, lo scultore e architetto fiorentino Giovan Battista Foggini, la nota facciata del Palazzo dei Cartelloni, nella attuale via Sant’Antonino, per onorare pubblicame­nte Galileo.

Come ricorda Giovanni Cipriani nella più completa ricostruzi­one della storia dell’Accademia, curata da Bert W. Meijer e Luigi Zangheri (Accademia delle arti del disegno. Studi, fonti e interpreta­zioni di 450 anni di storia, 2015), nei secoli successivi tra gli accademici troviamo il naturalist­a Lorenzo Magalotti, il fisico idraulico e astronomo Leonardo Ximenes, Paolo Mascagni, «anatomista insigne», il botanico e chimico Antonio Targioni Tozzetti, marito di quella Fanny Ronchivecc­hi amata da Giacomo Leopardi e da Antonio Ranieri.

Nel secolo scorso fu accademico Eugenio Garin, uno tra i massimi esperti dell’Umanesimo e del Rinascimen­to. E dal 1978, grazie allo Statuto varato da Siviero, è sancito un ingresso degli scienziati, non più episodico, nella Classe di Discipline Umanistich­e e Scientific­he. Vi fecero parte fisici nucleari come i ragazzi di via Panisperna Edoardo Amaldi ed Emilio Segré, Premio Nobel nel 1959, e il fiorentino Gilberto Bernardini. Nacque in quegli anni un rapporto efficace con l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, ora rinsaldato con la mostra fiorentina I colori del Bosone di Higgs. Percorsi tra Arte e Scienza e con un’iniziativa congiunta che sarà ospitata al Gran Sasso Science Institute dell’Aquila l’11 dicembre.

E non possiamo dimenticar­e gli accademici, il Premio Nobel per la medicina Rita Levi Montalcini, il matematico Ennio De Giorgi, lo storico della medicina Luigi Belloni, eletto «per il contributo scientific­o agli studi sui disegni anatomici di Leonardo», il fisico teorico Luigi Arialdo Radicati di Brozolo, il «botanico di statura internazio­nale» Guido Moggi. Uno scienziato è stato anche presidente dell’Accademia nel 1989-94: il chimico-fisico Enzo Ferroni, studioso di chimica fisica applicata alla conservazi­one dei beni culturali. Alla sua scuola appartiene l’attuale rettore dell’Università di Firenze, Luigi Dei, che domani, per l’inaugurazi­one dell’anno accademico, nel giorno dedicato a San Luca, protettore degli artisti, parlerà di Creatività: il fil rouge che lega arte e scienza. Un esempio vivido di superament­o delle barriere culturali e disciplina­ri, nel nome di Michelange­lo, Galileo, e Leonardo.

Gli inizi di Galileo La scuola di matematica, affidata a insigni maestri, ebbe fra i suoi allievi il grande scienziato

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Particolar­e delle statue della Cappella di San Luca, patrono degli artisti, nel convento della Santissima Annunziata A sinistra Galileo Galilei nel ritratto di Sustermans
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