REAL TANGO A LUCCA PER 4 GIORNI
Si apre oggi la kermesse che porta in città appassionati da tutto il mondo Tra gli ospiti Milena Plebs, Alejandra Mantiñan e l’orchestra Juan d’Arienzo Il direttore artistico: «Vogliamo aprirci a tutti e diamo lezioni ai principianti»
Non solo Puccini o il rock e il pop del Summer Festival, Lucca è diventata anche la città-palcoscenico del tango argentino. Da oggi a domenica si tiene infatti la terza edizione del Lucca Tango Festival, quattro giorni in cui gli ampi saloni dell’ex Real Collegio — nel centro storico — accoglieranno esperti e appassionati provenienti da tutto il mondo (lo scorso anno furono più di 500, in rappresentanza di 20 diversi Paesi). Esibizioni di ballerini, lezioni, conferenze e soprattutto tanta musica per ascoltare o danzare — volendo — fino a notte fonda.
«Il nostro stile è questo: così come avviene in Argentina, da noi la musica va avanti fino a quando anche una sola coppia desidera ballare. Lo scorso anno una serata del festival si concluse alle 6,15 del mattino successivo», ci racconta Stefano Fava, direttore artistico della manifestazione organizzata dall’Associazione Movimento Tango con il patrocinio del Comune di Lucca, della Regione Toscana e dell’Ambasciata della Repubblica Argentina in Italia. Tra i protagonisti le regine del tango Milena Plebs e Alejandra Mantiñan (ormai madrina di fatto dell’appuntamento toscano), di Christian Márquez e Virginia Gomez (Los Totis) e dei giovanissimi Simone Facchini e Gioia Abballe, unici italiani ad essere arrivati alla finale del campionato mondiale di tango andato in scena la scorsa estate a Buenos Aires. Questa sera il Festival aprirà sulle note dell’orchestra argentina La Juan d’Arienzo, composta da dieci musicisti; la milonga di gala di sabato prevede invece l’esibizione del quartetto italiano Lo que vendrá con il cantante Carlos Bergesio. «Gli obiettivi di quest’anno – aggiunge Stefano Fava, lucchese di nascita, ma da tempo abitante a Milano — sono diversi: intanto vogliamo rafforzare il legame con le istituzioni cittadine e in particolare col Comune: la nostra è una manifestazione giovane, ma che intendiamo stratificare sul territorio, certi del suo spessore artistico e culturale. Ma soprattutto, intendiamo aprirci anche a un pubblico non strettamente di tangueros: ad esempio apriremo il festival con una conferenza sulla storia
dell’immigrazione italiana in Argentina e la sua influenza sul tango a cura del sottoscritto. Seguirà poi una lezione di prova per chi desidera assaporare i primi passi di questo genere così particolare: insomma, oltre agli appassionati chiamiamo a raccolta anche cittadini curiosi di conoscere qualcosa di cui sinora hanno soltanto sentito parlare a distanza».
«Per il futuro – termina il direttore artistico – puntiamo ad aprirci anche fisicamente alla città, individuando 5-6 luoghi chiave del centro storico dove tenere lezioni ed esibizioni gratuite». Per conoscere il programma completo è possibile consultare il sito