Corriere Fiorentino

Un’impresa alla svolta, sempre in famiglia

Primo obiettivo: riposizion­are il brand, ecco perché ha cambiato i vertici

- Silvia Ognibene

«Se oggi siamo una grande maison si deve a mia madre Wanda e a mia sorella Fiamma». Con queste parole, sulle passerelle milanesi, Ferruccio Ferragamo ha spiegato le ragioni del successo di una maison che si trova orfana della madre fondatrice nel momento in cui tenta il grande rilancio, dopo l’ingresso di Micaela Le Divelec nel ruolo di Ad e degli stilisti Paul Andrew e Guillaume Meilland. La maison sta spingendo sul riposizion­amento del brand, la riorganizz­azione dei processi e della logistica, della rete commercial­e e continua a smentire le voci di vendita, ribadendo che il controllo della casa di moda è e resta nelle mani degli eredi dei fondatori, Salvatore e Wanda. Perché l’azienda «per la famiglia è un business, ma ne siamo anche innamorati».

La famiglia detiene il 54,2% della società, quota di maggioranz­a assoluta per il 3,06% in mano proprio a Wanda Ferragamo (che aveva anche l’usufrutto sul 16,19% della Ferragamo Finanziari­a). Poco più di un anno fa, nel luglio 2017, i membri della famiglia sottoscris­sero quello che Ferruccio Ferragamo definì un «patto d’onore», un sistema di regole pensato per consentire all’azienda di prosperare e alla famiglia di restare unita secondo i desideri di Salvatore e Wanda Ferragamo. Un’intesa che è servita anche per serrare le fila sul controllo dell’azienda (e fare da contrappes­o alla quotazione in Borsa, avvenuta nel 2011) e a ribadire che se le decisioni strategich­e resteranno sempre in campo alla holding di famiglia, a gestire il business dovranno essere manager esterni. La Salvatore Ferragamo ha archiviato il primo semestre 2018 con ricavi per 674 milioni di euro, in calo del 6,2% a cambi correnti (-3,4% a tassi di cambio costanti), e un utile netto di 59 milioni (-23,1%). Durante questa settimana il titolo è scivolato in Borsa fino a toccare 18 euro, salvo poi rimbalzare in attesa dei risultati della trimestral­e che dovrebbe dare il primo segno del profondo piano di riorganizz­azione avviato.

In Borsa

Il titolo è scivolato fino a toccare quota 18 euro e poi è rimbalzato La trimestral­e dovrebbe dare i primi segnali che il piano funziona

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